L’Europa non vuole rinunciare alla transizione green. Anzi, la necessità di dare una scossa all’economia con un’ingente iniezione di risorse potrebbe finire addirittura per accelerare il processo di decarbonizzazione, come hanno detto senza mezzi termini ieri Merkel e Macron, lanciando il maxi-fondo per la ripartenza da 500 miliardi di euro.

Dichiarazioni allineate a quelle del vicepresidente della Commissione Ue, Maros Sefcovic, che sempre ieri ha serrato i ranghi dell’Alleanza europea per la batterie. E tutte insieme, a loro volta, corroborano le indiscrezioni sul super-piano europeo per la eMobility su cui stanno lavorando i tecnici di Bruxelles, in un imponente quadro di iniziative tutte rivolte alla sostenibilità. Ma andiamo con ordine, perché c'è davvero molta carne al fuoco.

Risorse imponenti

Cominciamo dai primi elementi emersi sulla strategia Ue per il rilancio in chiave sostenibile dell’industria automotive. La bozza del piano europeo prevede 20 miliardi di euro da destinare a incentivi per le auto green e la creazione di un fondo da 40-60 miliardi per accelerare gli investimenti delle Case nel segmento zero emission.

Non solo però, perché mentre è in atto il dirimente processo di revisione della direttiva sulle colonnine (e mentre su questo punto l'Italia si trova alle prese con una procedure di infrazione) si starebbe ragionando anche su un sostanziale raddoppio delle risorse destinate alle infrastrutture di ricarica per raggiungere entro 5 anni 2 milioni di punti di ricarica pubblici in tutto il Continente.

E ancora, udite udite, sotto la lente c'è anche una possibile rimodulazione dell'IVA sulle auto elettriche. In particolare, come abbiamo avuto modo di leggere nella bozza del piano, è al vaglio una revisione della direttiva sull’IVA per garantire qualche speciale esenzione alle vetture zero emission.

La partita chiave delle batterie

Ulteriore elemento chiave per la spinta all’elettrico arriva dal rinnovato impegno dell’Alleanza per le batterie Ue, sottolineato ieri da Sefcovic al termine di una call con alcuni dei partner industriali coinvolti nell’iniziativa. Un piano di cui abbiamo avuto modo di parlare più volte che potrà davvero fare la differenza, per rilanciare l’industria europea e per mettere un freno alla dipendenza dalle batterie asiatiche, in primis quelle cinesi.

Il programma lanciato ieri sarebbe in grado di creare 1 milione di posti di lavoro e un giro d’affari di circa 210 miliardi di euro già entro due anni. Numeri straordinari, resi possibili anche dal forte impegno messo in campo anche dalla Banca europea degli investimenti (BEI), che potrebbero far superare gli Usa in questo settore entro il 2024, con una market share globale dell'Europa del 14,7%, seconda alla Cina ma davanti a tutto il resto dell’Asia.

Del progetto fanno parte naturalmente anche diverse realtà italiane, tra cui Enel X e Faam, ma anche Terna, consorzio Cobat, IIT, Politecnico di Milano, Rse, Enea, Federchimica e Centro Ricerche Fiat.