Cashback. In questi giorni quasi non si parla d’altro. Un po’ per l’immancabile crash iniziale, un po’ per il funzionamento non proprio semplicissimo e un po’ per lo strascico di polemiche che in Italia non può mai mancare.

Senza alcuna velleità di "salire in cattedra", c’è un punto su cui noi vorremmo innescare una riflessione: perché il pieno di benzina può usufruire del cashback e la ricarica di un’auto elettrica alla colonnina no?

La ratio c'è

Al di là dei tecnicismi che potrebbero aver reso meno immediato il meccanismo per le EV, quello che ci chiediamo è se si possa fare ora un ragionamento in più su questo aspetto. Specie in un momento storico in cui i comportamenti da premiare dovrebbero essere tendenzialmente quelli più virtuosi, che nel caso specifico vengono invece paradossalmente messi ai margini.

ricarica alla spina

Sulla questione abbiamo interpellato Dino Marcozzi, segretario generale di Motus-E, l’associazione che raggruppa in Italia i principali stakeholder della mobilità elettrica.

“Oltre al fatto che si premia chi effettua un acquisto, anche in self-service, di combustibile fossile e non chi ricarica la propria auto elettrica con energia rinnovabile”, nota Marcozzi, “è da evidenziare che la ricarica, effettuata pagando con le carte di credito caricate in un’app, è un acquisto fisico in un luogo determinato, quindi non contrasta la ratio del cashback”.

Una possibile soluzione

Un soluzione in realtà potrebbe essere a portata di mano, portando magari il tema all'attenzione di PagoPA. Secondo Marcozzi, infatti, “sarebbe sufficiente introdurre un codice identificativo dell’acquisto della ricarica pagata con la carta utilizzata dall’app del fornitore del servizio”.

Che dire quindi, speriamo che l’idea possa essere raccolta da qualcuno. Del resto, in un mondo sempre più attento all’ambiente, non può non sorgere spontaneo l'interrogativo che ci siamo posti.