Continua a far discutere il servizio di Piazzapulita sul viaggio in auto elettrica da Roma a Reggio Calabria, durato la bellezza di 52 ore. Adesso anche la politica si è (letteralmente) mossa per dimostrare che spostarsi lungo la Penisola con una vettura a batteria non è una clamorosa odissea come è stato rappresentato.

Lo hanno fatto i deputati Giuseppe Chiazzese e Luca Sut, del Movimento 5 Stelle, partiti questa mattina dalla Capitale alla volta della città dei Bronzi, con l’obiettivo dichiarato di “dimostrare che è possibile usare un’auto elettrica di taglia media e fare un viaggio a lunga percorrenza con tempistiche paragonabili a quelle di un veicolo termico”.

Al netto della missione in sé, li abbiamo contattati lungo l’itinerario per farci spiegare cosa li ha spinti a intraprendere l'iniziativa e – soprattutto – per capire come intende muoversi il M5S sul tema della mobilità elettrica. A cominciare dalla questione incentivi.

Proposta fino al 2025

Dopo il rifinanziamento dell’ecobonus con 57 milioni di euro, prosciugati in circa 72 ore, la voglia di elettrico assecondata dalle agevolazioni è sempre più evidente. Con la Legge di Bilancio praticamente dietro l’angolo, possiamo aspettarci qualcosa?

“Come Movimento 5 Stelle – dichiara Chiazzese – proporremo una programmazione nel 2022-2025 per le auto elettriche, in modo da accompagnare il mercato che nel frattempo potrà avvicinarsi in modo naturale alla fine del periodo alla parità di prezzo con le vetture a combustione. Le altre forze di maggioranza in Parlamento però spingono anche per incentivare il termico e noi siamo parte di una coalizione. Da parte nostra non vorremmo comunque andare oltre i 60 g/km di CO2 (includendo così le ibride plug-in, ndr), anche perché altrimenti saremmo l’unico grande Paese europeo a incentivare i motori termici”.

L’idea del deputato sarebbe quindi quella di non prevedere più fondi per facilitare l’acquisto di auto a combustione, anche se molti elementi lasciano intendere che alla fine verranno premiate anche le termiche:

“Poteva avere senso subito dopo la pandemia, ma l’ultima proroga fa capire il cambiamento di propensione dei cittadini, perché i finanziamenti oltre i 60 g/km di CO2 non sono ancora terminati, quindi bisogna insistere sulla mobilità sostenibile”.

Renault Zoe R135

Il viaggio

Mentre il viaggio procede secondo la tabella di marcia, Chiazzese spiega di essere rimasto molto colpito da come il servizio di Piazzapulita abbia messo in cattiva luce le auto elettriche solo per una questione di poca conoscenza della materia. L’idea di fondo è che prima di mettersi in viaggio per 700 km con una tecnologia che non si conosce bisognerebbe avere un minimo di preparazione.

“Quello che stiamo facendo è la dimostrazione che il viaggio può avvenire in grande tranquillità. È chiaro che bisogna conoscere le app e avere dimestichezza, e poi è abbastanza pacifico che chiunque eviterebbe di partire con solo il 65% di batteria. Persino i cellulari che accendiamo ogni mattina hanno il 100% di carica.

Chi non ha un’auto elettrica pensa, guardando il servizio, che un viaggio a lunga percorrenza sia l’impossibile odissea descritta. Non è così. Abbiamo anche chiesto di avere un contraddittorio, inviando un’email a Piazzapulita, ma al momento non abbiamo ricevuto alcuna risposta. E anche l’atteggiamento del ministro Cingolani non ci è piaciuto”.

Il collega Luca Sut è d’accordo su ogni punto. E aggiunge:

“Tutti sappiamo che per capire come funziona un’auto elettrica bisogna prima provarla e guidarla”.

Sempre Sut critica anche l’atteggiamento del ministro della Transizione ecologica, presente in studio al momento della messa in onda del servizio:

“Non mi è piaciuto l’atteggiamento del ministro Cingolani, perché una parte dei soldi del Pnrr vanno proprio a migliorare le infrastrutture in autostrada, quindi mi sarei aspettato un comportamento diverso. Ma non abbiamo ancora chiesto spiegazioni, siccome volevamo prima attendere la dimostrazione che stiamo facendo oggi, quindi lo sentiremo più tardi”.

Il nodo autostrade

A proposito di Recovery plan, autostrade e colonnine, Chiazzese ricorda la spinta sull’installazione delle infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici data dal piano di Aspi da 100 stazioni entro il 2024. Ma bisogna fare di più e farlo in fretta.

“Abbiamo a disposizione 750 milioni di euro previsti dal Pnrr e ci auguriamo che vengano spesi proprio per creare gli HPC, le colonnine ultra fast più costose su cui le aziende fanno più fatica a investire, soprattutto nel Sud, dove ci sono pochi utenti elettrici. Finalmente qualcosa si muove, anche se l’Anas, come società statale, dovrebbe fare da apripista e la invitiamo a investire. Sappiamo che ci sono dei piani, ma vanno accelerati. L’Italia è un Paese piccolo, creare le infrastrutture si può fare in breve tempo”.