Secondo una statistica presa a riferimento già una decina d’anni fa da Nissan e GM, l’80% dei lavoratori pendolari di tutto il mondo percorre meno di 100 km al giorno per il tragitto casa-lavoro-casa. Ciò significa che qualunque modello in commercio con una ricarica ogni due giorni sarebbe teoricamente in grado di assolvere al bisogno di mobilità quotidiana di quattro lavoratori su cinque. Meglio ancora se lo spostamento avviene in città o in aree metropolitane perché a differenza delle auto tradizionali, le elettriche danno il meglio di sé proprio nel traffico: la marcia a velocità mediamente basse con frequenti decelerazioni e soste consentono infatti loro di muoversi spendendo poca energia e recuperandone una buona parte grazie alla frenata rigenerativa. Tutto l’opposto di ciò che accade in autostrada o sulle vie ad alto scorrimento, dove invece il dispendio è più elevato e senza opportunità di recupero.

Viaggi brevi e regolari

In generale, dunque, l’auto elettrica può essere una buona soluzione per chi ha necessità di spostamenti a breve raggio e molto regolari con un percorso abituale bilanciato. Ad esempio, se si abita in città e si lavora in collina (o viceversa), si potrà avere la certezza che un tragitto più “costoso” in termini di energia all’andata sarà perfettamente riequilibrato da quello di ritorno, perché a tanta strada in salita ne corrisponderà altrettanta in discesa. Se invece le esigenze quotidiane impongono troppe variazioni o spostamenti non pianificati, si può andare i contro al rischio di non riuscire a ricaricare o in ogni caso, di dover mettere in conto una sosta piuttosto lunga. Anche per questo motivo, l’auto elettrica difficilmente può assolvere il ruolo di prima, o meno ancora di unica, vettura di famiglia, a meno che anche le esigenze extra-lavorative prevedano tragitti a breve raggio o non si abbia l’abitudine di affidarsi ad altri mezzi, come treni, autobus, per viaggi più lunghi. Altrimenti, se ci si accorge di aver bisogno di una seconda auto tradizionale che assicuri libertà d’azione in tutte le altre situazioni, forse conviene puntare direttamente su quest’ultima, tanto più che i prezzi delle elettriche (anche di quelle che offrono le batterie in affitto con canone mensile) sono ancora piuttosto alti per farne delle seconde auto convenienti.

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Aggiungiamo poi che anche la ricarica “casalinga” per qualcuno può rappresentare un problema: se non si dispone di un garage o un box personale, o di uno spazio comune in cui possa essere installato un punto di ricarica, i sogni di mobilità elettrica rischiano di essere infranti in partenza. Allo stesso modo, occorre tener presente che l’assorbimento di potenza tramite la rete domestica è sostanzioso: quindi, se non si vuole sostenere la spesa per un impianto ad alto voltaggio o un wallbox da installare in garage o in giardino (che le Case offrono in accordo con i fornitori di energia), occorre quantomeno pensare a richiedere un contatore più potente rispetto a quelli ordinari da 3 kW oppure di farsene montare un secondo dedicato esclusivamente a quell’impiego (soluzione utile, peraltro, anche a monitorare meglio il consumo) onde evitare il rischio di far scattare il salvavita ogni volta che si accendono il forno o la lavatrice mentre l’auto è sotto carica.

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