Con la nuova #1, smart ha cambiato le carte in tavola: il formato dell’auto, il design, l'impostazione tecnica, ma anche quello che non si vede e che conta tantissimo su un’auto elettrica: l’ecosistema software.
Tra le novità annunciate a margine del reveal della macchina (qui l'articolo in cui ve la raccontiamo in dettaglio) ce n’è una apparentemente insignificante che la dice lunga sulle ambizioni di questo progetto Daimler-Geely: la scelta di non equipaggiare la #1 con i sistemi di mirroring più utilizzati del mondo quali Apple CarPlay e Android Auto.
Una rinuncia tattica
Quest’apparente diminutio che sulla carta potrebbe far storcere il naso a molti, in realtà nasconde la convinzione di aver creato una piattaforma talmente efficace in termini d'esperienza utente che non farà più sentire la necessità di collegare lo smartphone “perché tanto funziona meglio”. Cosa che oggi non succede su nessuna automobile eccezion fatta per Tesla.
D’altro canto la centralità che ha il software nelle auto elettriche sta facendo maturare tra i costruttori la consapevolezza che riappropriarsi del controllo di quello che succede in auto non sia un'opzione bensì un'esigenza strategica. Perchè un'auto connessa è collegata meglio di qualsiasi altra cosa a chi la guida: il cliente.

Per togliere di mezzo lo smartphone e relativi software, bisogna però avere la capacità tecnica di sviluppare qualcosa che funzioni davvero staccandosi dalla tradizione e magari osare un po'. Diciamo che è anche una questione di mentalità e ai tedeschi di Daimler serviva la spintarella dei cinesi per cambiare marcia.
A tutto 3D
Se a questo punto vi state domandando come funziona il sistema di infotelematica della nuova smart #1, la risposta ancora non ve la possiamo dare perché lo schermo touch da quasi pollici 13 pollici non si poteva toccare. Non è la release finale, ci hanno detto a Berlino.
Siamo riusciti a raccogliere giusto qualche dato tecnico aggiuntivo sul nuovo sistema che in Europa sarà connesso ad un cloud Microsoft e sarà "mosso" dall'ultima generazione del processore Qualcomm Snapdragon SA8155P (qui trovate la scheda tecnica).
Si tratta di una CPU particolarmente potente che dovrà governare tra le altre cose un'interfaccia grafica ricca di infografiche 3D, come si può intuire dalle foto che abbiamo scattato a bordo.



Quella volpe seduta sulla sdraio sotto ad un ombrellone e uno degli Avatar che dovrebbe guidare l'interfaccia utente di questa smart attraverso il controllo vocale con funzioni di autoapprendimento. Da testare per capire se funziona a dovere.
In ogni caso l'accesso all'ecosistema sarà garantito da un ID personale e i guidatori autorizzati potranno accedere all'auto con lo smartphone (connesso con una chiave digitale peer-to-peer), controllarla in remoto con l'app dedicata e personalizzarne la configurazione.
Una curiosità: mentre l'hardware è stato messo a punto dal braccio cinese dell'alleanza Daimler-Geely, l'interfaccia grafica è stata curata dai designer del Centro Stile Mercedes-Benz.

La rieducazione del cliente
Tornando all'indisponibilità di Android Auto ed Apple CarPlay bisogna aggiungere un però.
Insistendo sull'argomento i tecnici smart hanno precisato che in futuro queste funzioni di mirroring potranno essere implementate in un batter d'occhio dal momento che la smart #1 dispone di aggiornamenti over the air.
Tutto dipende da quello che sarà il gradimento dei clienti nei confronti dell'ecosistema smart. Come dire: prima di decidere se preferite ancora il telefono dovete provare il nostro software.
La certezza è che di queste costrizioni finalizzate alla rieducazione del cliente ne vedremo sempre di più nel mondo dell'auto che mai come in questo momento storico ha bisogno di riprendere il controllo della propria evoluzione tecnologica. A costo di dichiarare guerra a partner storici quali Apple e Google.