Quando si parla di colonnine, sono in molti a soffermarsi sul numero delle installazioni sul territorio. Un dato importantissimo, ma che non può tenere conto di altri due fattori altrettanto rilevanti: qualità dell’infrastruttura e distribuzione. “Il nostro approccio tiene invece conto di tutti questi elementi, con l’obiettivo di installare la colonnina giusta al posto giusto”, ha spiegato l’Amministratore Delegato di Be Charge, Paolo Martini, nel suo intervento agli Electric Days 2022.

L’ingresso della società in Plenitude (società controllata da Eni) non può che aprire a Be Charge sempre più opportunità: Plenitude attualmente è il secondo maggiore operatore in Italia con una rete che dovrebbe essere ampliata sia in Italia che in Europa con oltre 30.000 punti di ricarica entro il 2025 attraverso installazioni di colonnine di ricarica su suolo pubblico e su suolo privato ad accesso pubblico.

I pilastri della strategia

L’operazione, osserva Martini, “ha rappresentato per noi una milestone fondamentale dal punto di vista industriale: con Plenitude continuiamo a contribuire alla transizione energetica attraverso l’installazione di una rete di ricarica capillare ed affidabile”. Inoltre, aggiunge Martini, “stiamo accelerando notevolmente l’installazione delle infrastrutture e lavoriamo costantemente all’ottimizzazione della nostra rete di ricarica”.

In che modo? “Analizziamo in maniera puntuale i dettagli di traffico e segmentiamo il tipo di infrastruttura da installare”. Tre sono i pilastri essenziali sui quali costruiamo la nostra strategia: “la capillarità della rete, la segmentazione della potenza e la tecnologia”.

In un simile contesto, e a fronte di un piano di crescita estremamente ambizioso, Martini osserva che “uno degli elementi più significativi dell’ingresso di Be Charge in Plenitude è la possibilità di fare sinergia con una densa rete di stazioni di servizio già esistente”. Non solo perché si tratta di un luogo già familiare per gli automobilisti, ma anche perché nella maggioranza dei casi si tratta di location già pronte dal punto di vista infrastrutturale:

“Spesso una stazione di servizio ha già la potenza disponibile ed è già dotata di servizi accessori. Inoltre, le stazioni di rifornimento si stanno molto evolvendo e anche questo ci consente di accelerare ulteriormente il nostro piano”.

Il tutto senza mai perdere di vista quelle che sono le esigenze degli automobilisti elettrici, anche quando si lavora su 6 Paesi, Italia inclusa.

“Dalle colonnine normali, con potenza sempre di almeno 22 kW, alle Ultrafast fino a 300 kW”, evidenzia Martini, “noi non orientiamo la nostra strategia solo su una tecnologia o sull’altra: bisogna valutare la location e l’utenza più adatte a ogni tipo di colonnina. Anche perché - insiste il manager - le auto elettriche prevedono potenze di ricarica variabili: se installassimo solo colonnine da 300 kW chi ha un’auto che ricarica più lentamente si troverebbe a pagare di più per avere un servizio di cui non potrebbe beneficiare a pieno”.

Più semplice è meglio

Affrontato infine da Martini anche il tema degli iter autorizzativi, su cui l’azienda registra dei miglioramenti in termini di durata dell’intero processo. “È vero che ci sono delle distorsioni sul mercato, spesso legate a un meccanismo che è sempre stato complesso”, sottolinea il numero uno di Be Charge, “però bisogna anche osservare che nel corso degli ultimi 24 mesi noi abbiamo installato 7.300 punti di ricarica, grazie anche alle semplificazioni normative e a un aumento della consapevolezza e della conoscenza della mobilità elettrica da parte delle istituzioni”.

La situazione, insomma, è in netto miglioramento. “L’attività che porta alla realizzazione delle infrastrutture, soprattutto nei centri delle città, non è semplice, si può fare di più per sensibilizzare su questo e si possono snellire i processi”, conclude Martini, riconoscendo però che “l’abbrivio che ha portato a una accelerazione delle infrastrutture si deve anche a una capacità da parte della pubblica amministrazione di comprendere gli operatori che stanno costruendo la rete”.