L’auto elettrica come ponte fra tre continenti. È il progetto di Yasutoshi Nishimura, ministro dell’Industria del Giappone, che prepara l’alleanza del Paese con Unione europea e Stati Uniti. Protagonisti dei tavoli sono proprio i veicoli a batteria.
Le trattative – secondo il giornale nipponico Nikkei – potrebbero partire già quest’anno, con l’obiettivo di condividere una strategia su forniture di materie prime, incentivi e investimenti nella transizione. Da parte sua, Tokyo sarebbe pronta a mettere sul piatto ben 20.000 miliardi di yen in 10 anni (125,5 miliardi di euro).
Scontro Europa-Cina
Intanto, tiene banco la polemica Europa-Cina, scoppiata dopo l’inchiesta avviata da Bruxelles sui sussidi all’industria elargiti da Pechino per spingere la produzione nazionale di auto elettriche. A distanza di circa 40 giorni, è Great Wall il primo marchio cinese che si schiera contro il blocco Ue.

Interni della nuova Ora Ballet Cat di Great Wall
Le parole del brand sono affidate a un documento consegnato l’11 ottobre alla Commissione europea. “Abbiamo bisogno di un ambiente commerciale giusto e aperto”, specifica il presidente Mu Feng, scrivendo sull’account Weibo della Casa. “Abbiamo la fiducia necessaria per vincere la competizione a livello globale”.
Non si conoscono però altri dettagli del testo, anche perché il Costruttore rifiuta di rispondere alle richieste di commento dell’agenzia Reuters. E il tutto succede mentre Great Wall prepara i piani per un impianto nel Vecchio Continente: candidata principale a ospitare lo stabilimento è la Germania.
Effetto boomerang
L’indagine preoccupa comunque parte dell’industria europea, con Clepa – l’associazione che riunisce i fornitori automotive – che lancia l’allarme: nuovi dazi contro l’import-export cinese potrebbero rivelarsi un boomerang.

Auto elettrica in carica
Sono il direttore esecutivo Benjamin Krieger e il presidente uscente Thorsten Muschal a fare da portavoce delle imprese nel continente: i “dubbi” riguardano il fatto che le tariffe possano davvero aiutare l’Europa a produrre auto elettriche economiche, da 25.000 euro o meno.
“Se siete una piccola azienda a conduzione familiare e spedite solo a Case europee, la vostra posizione è chiaramente a favore delle tariffe; ma se hai una multinazionale col 20-30% delle vendite in Cina e qualcuno introduce delle tariffe, eventuali ritorsioni potrebbero darti un’idea diversa”, è la posizione di Muschal.
Più che sui dazi – secondo Clepa –, sarebbe meglio concentrarsi su materie prime, energia sostenibile a prezzo basso e installazione delle colonnine di ricarica, che rappresenterebbero la vera svolta per la mobilità sostenibile, aiutando così i Costruttori nell’Ue a produrre veicoli “low cost”.

Porsche Mission X Concept
Concorrenza e audacia
Ma non tutto il male viene per nuocere: ne è sicuro Michael Mauer, responsabile del design di Porsche e Gruppo Volkswagen, che spiega: “La concorrenza con i marchi cinesi apre i consigli di amministrazione a nuove idee”.
E il discorso vale soprattutto per le auto elettriche, che richiedono nuove idee su aspetto e funzionalità. “Avere più competitor è una cosa positiva”, conclude il tedesco.