Alla fine del 2023, Elon Musk ha fondato una nuova società: xAI, nata per sviluppare l'intelligenza artificiale in un contesto neutro rispetto agli altri progetti in cui questa tecnologia viene già applicata, vale a dire Tesla, che la utilizza per i sistemi di guida autonoma e, naturalmente, per il progetto Tesla Bot (che ha dato vita all'androide Optimus) e per Space X, che guarda alla colonizzazione di altri pianeti.

Tuttavia, recentemente e in modo sottilmente polemico come d'abitudine, il vulcanico imprenditore ha avanzato dei dubbi sull'opportunità di fare di Tesla una realtà leader nel campo dell'intelligenza artificiale, tirando in ballo la sua limitata partecipazione azionaria nella Casa costruttrice di auto elettriche, che attualmente è di circa il 13%.

Intanto il robot "cresce"

Il progetto dell'automa intelligente Optimus ha fatto passi da gigante nel corso dell'ultimo anno: inizialmente aveva capacità d'azione e interazione molto limitate, ma a dicembre, nel presentare la versione più aggiornata che in un recente video si vede piegare e ordinare perfettamente degli abiti, lo stesso Musk aveva annunciato che l'ambizione era portarlo nelle case come una sorta di tuttofare, un "domestico artificiale" in grado di svolgere diversi compiti.

Prima di questo, Optimus dovrebbe evolvere fino a poter contribuire ad altre attività, magari svolgendo operazioni pericolose per l'uomo, o diventando un elemento in operazioni complesse come la produzione stessa di automobili e rendendo, grazie alla sua intelligenza superiore, i processi più efficienti.

tesla optimus gen 2

Tesla Optimus Gen 2

La creazione di xAI serve esattamente a questo, ovvero accelerare lo sviluppo della tecnologia per l'intelligenza artificiale in modo svincolato dalle singole applicazioni e con risorse ed energie espressamente dedicate. Non a caso, sempre Musk già alla fine del 2023 ha "invitato" le altre aziende da lui create a investire in xAI. Dunque, dove sono i dubbi?

Non meno del 25%

Le perplessità non riguardano tanto la tecnologia, ma il controllo, e richiamano la questione della sua partecipazione azionaria in Tesla che negli ultimi anni è stata pesantemente ridimensionata. Le ha espresse, come di consueto, in un breve tweet (anzi, post su X), rispondendo a un commento relativo al nuovo pacchetto di compensi che l'azienda sta preparando per il suo ruolo di ceo.

L'interlocutore ha fatto notare che la partecipazione azionaria di Musk garantisce ingenti guadagni e sarebbe di per sé una motivazione più che sufficiente a cercare di far crescere  l'azienda, tuttavia il ceo sembra avere un'opinione differente. Nella sua risposta, infatti, si legge:  

"Mi sento a disagio nel far sì che Tesla diventi leader nell’intelligenza artificiale e nella robotica senza avere un controllo di voto pari a circa il 25%. Che è abbastanza per essere influente, ma non così tanto da non poter essere rovesciato.

A meno che non sia così, preferirei costruire prodotti al di fuori di Tesla... Sembri non capire che Tesla non è una startup, ma una dozzina. Basta guardare il delta tra ciò che fanno Tesla e GM.

Per quanto riguarda il fatto che la proprietà azionaria stessa sia una motivazione sufficiente, Fidelity e altri possiedono partecipazioni simili per me. Perché non si presentano al lavoro?"

 

Fotogallery: Il Tesla Bot all'AI Day

Fonte: Tesla