Se pensiamo una e-bike, difficile immaginare mezzi con pieghe da corsa, rapportoni e pneumatici con sezioni sotto i 30 mm. Eppure le bici elettriche da strada si stanno guadagnando pian piano una fetta di mercato importante che attrae ciclisti appassionati e non che, per motivi differenti, ne saggiano vantaggi e funzionalità.

Snobbate dai puristi, le e-bike da strada offrono possibilità diverse: efficaci per avvicinare novizi alla bici, per chi vuole tornare in forma scegliendo quanto e quando faticare, per chi è un po’ in là con gli anni, o per coloro i quali non hanno molto tempo da dedicare all’allenamento, pur volendo rimanere a ruota dei compagni di squadra nei giri domenicali.

Ma le bici da corsa elettriche sono anche un mezzo utile a chi ha problemi fisici e magari deve ritornare in condizione dopo un infortunio, per rendere più divertenti gli allenamenti a bassa intensità, per spostarsi in città senza particolare sforzo o per effettuare giri più lunghi e panoramici del solito, cioè con profili altimetrici importanti. Insomma, uno strumento polivalente da prendere in considerazione per varie ragioni e da scegliere sulla base di alcuni principi di cui vi parliamo subito.

Caratteristiche e componenti

Scegliere una bici da corsa elettrica è una faccenda complessa, nonostante i modelli in commercio non siano affatto paragonabili per numero alle e-bike da città o alle e-MTB. Comunque, per prima cosa occorre considerare il telaio, in alluminio o in carbonio a seconda dei modelli, elemento fondamentale per aspetti come il piacere di guida e il comfort (è fondamentale anche scegliere la taglia giusta), ma anche per questioni come l'aerodinamica, l'impostazione (più rilassata o viceversa più racing) e il bilanciamento, che specie per i motori posteriori esige coerenti compensazioni da parte dei produttori.

Anche la componentistica ha un ruolo fondamentale nella scelta di una e-bike da strada: la trasmissione, elettronica o meccanica è a 11 o 12 velocità (di marca Shimano, SRAM o Campagnolo) con l'eventualità di una corona singola o doppia davanti, i freni rigorosamente idraulici o a disco (considerando il peso maggiore rispetto alle muscolari, che hanno ormai sposato tale tecnologia) e le gomme, generalmente da 25/28 mm, oltre i 35 mm per le Gravel (la tipologia pensata anche per gli sterrati). Decisivo anche il peso che in alcuni casi arriva a sfiorare i 12 Kg, un valore piuttosto interessante considerando che fra batteria e motore, spesso e volentieri, si superano i 4 Kg complessivi.

Il motore

Se qualche anno fa i motori delle vecchie bici a pedalata assistita risultavano decisamente poco consoni a un utilizzo prettamente stradistico, in cui il piacere di guida gioca un ruolo importante, specie se si considera buona parte del target, ormai i propulsori elettrici montati sugli esemplari più recenti sono flessibili per combinarsi al meglio con la pedalata, senza strattoni o reazioni inaspettate, specie con i livelli d’assistenza più moderata.

Di base tutti i motori sono limitati a 250 watt, con il supporto elettrico che stacca a 25 km/h, come da legge. Quello che cambia sono gli ingombri, la massima coppia espressa (non così importante rispetto alle e-MTB (dove è necessaria per superare strappi o settori particolarmente accidentati), le peculiarità (flessibilità, erogazione e livelli d’assistenza) e il montaggio (di solito sul mozzo posteriore, ma talvolta anche centrale). I motori più utilizzati? Il Fazua Evation e il Mahle Ebikemotion X35, ma in alcuni casi troviamo anche soluzioni proprietarie come il Turbo SL di Specialized.

Batteria e autonomia

Lato autonomia, sulle bici da corsa elettriche non troviamo numeri elevati quanto quelli per le e-MTB. La Bike Industry a batterie da oltre 600 Wh predilige soluzioni ridimensionate che non vogliono incidere troppo l'estetica e puntano tutto sull'integrazione: parole d’ordine pulizia ed eleganza, necessarie per rendere le e-bike quanto più simili alle bici da corsa standard.

Perciò nella maggior parte dei modelli si tratta di batterie (agli ioni di litio chiaramente) nascoste nel telaio, di solito nel tubo obliquo (il lato del triangolo anteriore del telaio che guarda in basso), che oscillano fra i 250 e i 500 Wh (senza considerare i moduli aggiuntivi) e garantiscono un’autonomia di cui è difficile, quasi impossibile, stimare ore d’utilizzo e chilometraggi.

È una questione che dipende da una marea di fattori: dal peso complessivo al vento, passando per il livello d’assistenza selezionato, la potenza muscolare espressa, lo stato del manto stradale e soprattutto il profilo altimetrico del percorso. Per avere un’idea sommaria, è tuttavia possibile utilizzare il calcolatore di Bosch, da prendere in ogni caso con le dovute cautele.  

Gestione della bici: app e display

L’"eleganza" di una bici da corsa, benché elettrica, non è raro che venga conservata anche per quanto riguarda la gestione del profilo elettronico, anzi. Spesso infatti i comandi e gli indicatori di stato vengono integrati in pulsantiere minimali e discrete. In altri casi, specie nelle bici più economiche, non mancano i classici display con le consuete indicazioni quali l’autonomia residua, il chilometraggio, il livello d’assistenza e altri parametri utili.

Possibile anche affidarsi alle app, proprietarie o meno, con cui visualizzare le statistiche, tracciare il percorso, agire sulle mappatura, cioè sul supporto dell'elettronica e sulla potenza di picco, avere una stima della percorrenza in base a chilometraggio e dislivello, e altre funzioni utili che tuttavia cambiano a seconda delle applicazioni e dei modelli. Qualche esempio? Mission Control di Specialized per le app proprietarie, Ebikemotion di Mahle fra le più note di terze parti.

Gli esempi: fino a 12.500 euro

Mancano gli esempi a questo punto. Ecco perciò alcuni modelli di bici da corsa elettriche su cui far riferimento, fra mezzi votati chiaramente votati alle alte velocità, e altri dallo spirito più turistico che non disdegnano nemmeno i percorsi sterrati, Gravel in gergo. Considerando che si tratta ancora di una nicchia, non ci sono delle vere e proprie proposte economiche, ma si parte da montaggi discreti e da prezzi sopra i 2.000 per arrivare a cifre a quattro zeri.

Sotto i 3.000 euro – Orbea Gain D40. Si tratta di una bici da corsa elettrica che pesa 14 kg (dichiarati) e arriva con un telaio in alluminio e una componentistica di fascia medio-bassa con un gruppo Shimano Tiagra con guarnitura Compact a 22 velocità e freni a disco idraulici. Nel tubo obliquo c’è una batteria da 250 Wh, mentre nel mozzo della ruota posteriore trova posto il motore X35 di Ebikemotion da 250 watt. Il prezzo della Orbea Gain D40?

Sotto i 4.000 euro Gravel – Bergamont E-Grandurance Elite 2020. Questa è una e-bike Gravel, che rispetto a una bici da corsa standard ha maggior luce per montare copertoni di più larga sezione, e geometrie rilassate per una posizione in sella votata prevalentemente alla comodità. Alla base c’è un telaio in alluminio con una forcella in carbonio montato con una trasmissione a 11 velocità, freni a disco idraulici e pneumatici da 35 mm. Il Fazua Evation è l’unità di questa e-bike che integra nel tubo obliquo una batteria da 252 Wh e un motore da 250 watt con 60 Nm di coppia. 

Sotto i 4.000 euro – Cube Agree Hybrid C:62 Race Carbon. Telaio e forcella in carbonio per questa bici da corsa elettrica del marchio tedesco sub 15 Kg (tutto compreso), montata discretamente con uno Shimano 105 con guarnitura Compact e freni a disco idraulici della medesima serie. L’unità che sta alla base è lo stesso Fazua Evation della Bergamont suddetta, un sistema che anche in questo caso garantisce le medesime specifiche (250 watt per 60 Nm di coppia massima e 252 Wh la batteria), con gli stessi vantaggi votati alla semplicità di rimozione di tutta la componentistica elettrica.

Sotto i 6.000 euro – Cannondale SuperSix Evo Neo 2 2020. Frutto di un progetto piuttosto recente (è stata presentata a fine 2019), si tratta di una bici moderna per linee e tecnologie, difficilmente distinguibile dal modello muscolare se non da occhi esperti. Il telaio in carbonio integra completamente il sistema di assistenza, il motore Mahle Ebikemotion X35, fra i più diffusi fra le e-Road bike, un sistema che pesa solo 3,5 Kg e vanta una batteria da 250 Wh, con un motore posteriore da 250 watt con 40 Nm di coppia. Per il resto il montaggio è di fascia medio-alta con lo Shimano Ultegra per la trasmissione a 22 velocità e per i freni a disco, idraulici. 

Sopra i 10.000 euro – Specialized S-Works Creo SL. Per chi non bada a spese ma punta alle prestazioni e alla leggerezza, è questa una delle scelte migliori. Telaio in carbonio di alta gamma, il sistema di assistenza proprietario con motore centrale Specialized Turbo SL 1.1 da 1,95 Kg, capace di 240 watt e 35 Nm di coppia con supporto a cadenze fino a 130 rpm, la batteria da 320 Wh integrata (con l’eventuale surplus di un’unità aggiuntiva da 160 Wh a mo’ di borraccia), sono solo alcune delle sue caratteristiche di spicco. Il resto, considerando i 12,2 Kg dichiarati, è chiaro sia basato sui migliori componenti disponibili sul mercato: la trasmissione firmata Shimano Dura-Ace Di2 per il deragliatore posteriore che lavora su una cassetta XTR, ruote in carbonio, freni a disco idraulici e il sistema di ammortizzazione idraulico Future Shock 2.0 completano il quadro di una bici che costa circa 12.500 euro.