Futuristico, futuribile o futuro (magari prossimo)? Quando si parla di idrogeno ci si scontra con teorie contrastanti, per non dire diametralmente opposte. Una cosa però è certa: se con un solo distributore in Italia oggi è presto per affidarsi a questa alimentazione, nell’area di Bolzano si tratta invece di una soluzione già percorribile, come testimonia anche il recente allargamento della flotta a idrogeno della Provincia con 10 Hyundai Nexo.
Un’operazione che si innesta in un percorso intrapreso nel 2013 con le prime 10 auto fuel cell acquistate dell’amministrazione, in una flotta zero emission che include anche 5 bus a idrogeno, cui presto se ne sommeranno altri 12. Ora però la Provincia, dove l’idrogeno è distribuito e prodotto con energia al 100% rinnovabile grazie all’impegno dell’Istituto Innovazione Tecnologiche (IIT), è pronta a smarcarsi dal ruolo di “isola felice” per assumere quello di guida in questo settore per l’Italia e l’Europa. Ecco come.
Lo snodo fondamentale del Brennero
Il piano d’azione della Provincia si è snodato in questi anni attraverso tre progetti cofinanziati dalla Commissione europea: Jive (per gli autobus fuel cell), Revive (mezzi raccolta rifiuti a idrogeno e distributore per mezzi pesanti) e LIFEalps, l’ultimo in ordine di tempo in cui rientra anche il recente acquisto delle Nexo.
Un piano per la mobilità elettrica a 360° da 21 milioni di euro (9 arrivano dalla Commissione Ue, il resto da istituzioni e privati) , che accanto a 33 colonnine per la ricarica elettrica prevede la realizzazione entro 8 anni di 5 impianti per il rifornimento di idrogeno. Davanti ai circa 21.000 “benzinai” della Penisola sembra un’inezia, eppure l’importanza del piano è stata testimoniata dalla presenza alla consegna delle chiavi delle Nexo del direttore "Investment, Innovative and Sustainable Transport" della DG MOVE della Commissione Ue, Herald Ruijters.
Il perché di questa attenzione è presto detto. I distributori di H2 che sorgeranno grazie a questo progetto saranno il perno intorno al quale si svilupperà il corridoio dell’idrogeno lungo l’asse del Brennero (il più importate d’Europa in termini di traffico), che in prospettiva sarà esteso da Monaco e Firenze. All’altezza di Verona, oltretutto, il piano punta a sviluppare un’altra linea analoga, che attraversi Venezia e Milano.
“Stiamo pensando a un piano condiviso per la mobilità a idrogeno”, precisa il presidente della Provincia, Arno Kompatscher, a cui fa eco l’assessore alla Mobilità Daniel Alfreider, sottolineando che "entro il 2030 la strategia provinciale sull'idrogeno prevede che fino al 15% dei viaggi di veicoli pesanti sarà a zero emissioni”.
Fotogallery: Hyundai Nexo
Hyundai e l’importanza di fare squadra
Nel definire il caso bolzanino “un benchmark in Europa”, il dg di Hyundai Italia, Andrea Crespi, osserva che per replicare risultati simili occorre esportare lo stesso modus operandi basato sul “fare squadra”. L’esperienza della Provincia si costruisce infatti su un cortocircuito virtuoso, dove il trasporto pubblico ha fornito una solida base per la domanda di idrogeno, l’IIT ha messo a sistema le conoscenze tecniche in campo energetico e una Casa come Hyundai ha contribuito con l’esperienza automotive.
“Si tratta di un esempio che vogliamo ripetere altrove”, spiega Crespi, “noi operatori abbiamo un ruolo fondamentale perché dobbiamo essere i catalizzatori di questo processo. Per velocizzare la crescita dell’idrogeno le amministrazioni hanno bisogno di progetti chiavi in mano e noi siamo pronti a recitare la nostra parte”. E sull’idrogeno l’impegno di Hyundai è reso plasticamente dai 6,7 miliardi di euro di investimenti previsti su questa tecnologia entro il 2030, con l’intento di far volare in 10 anni la produzione delle auto fuel cell fino a 700.000 unità.
Qualche numero sul “caso Bolzano”
I 5 autobus a idrogeno già attivi nella Provincia di Bolzano hanno percorso già oltre 1,4 milioni di km, mentre la prima flotta di auto ne ha accumulati oltre 920mila. I rifornimenti effettuati dal 2014 dal centro idrogeno invece sono più di 10.500, per oltre 128.000 kg di idrogeno verde prodotto e distribuito e un risparmio in termini di emissioni di 1.884 tonnellate di CO2, 16.315 kg di NOx e 28,08 kg di PM10. Ma la struttura ha sviluppato al suo interno anche un centro didattico e al di là dei quasi 8.000 visitatori collezionati in 6 anni (ogni settimana arrivano scuole e Università), ha ospitato delegazioni provenienti da tutto il mondo.