Siamo sempre stati abituati a considerare il concetto di inquinamento come quello che si lega allo smog o - con le dovute differenze - alle emissioni climalteranti. Raramente infatti ci preoccupiamo di un altro tipo di inquinamento, quello acustico. Tutt'al più, parlando di mobilità, è quasi universalmente riconosciuto il beneficio in questo senso delle auto elettriche. Raramente però l'analisi di questo problema, in crescita costante, scende in profondità, analizzando quello che è l'impatto sulla salute.
100 milioni di persone in Europa
Mentre l'attenzione sulla salute è ai massimi per via del dramma del Coronavirus, un faro anche in questa direzione è alzato dall'Agenzia Europea del'Ambiente (AEA) e dall'esperta in materia Eulalia Peris, che ha redatto anche un rapporto scaricabile qui. Un rapporto in cui viene sottolineato come il rumore del traffico stradale sia centrale per la salute e il benessere delle persone in Europa.
"In Europa, il 20% della popolazione è esposta a livelli di rumore a lungo termine dannosi per la salute. Dunque circa oltre 100 milioni di persone."
Già, ma quali sono gli impatti sulla salute? Evidenti, come disturbi del sonno, effetti negativi sul sistema cardiovascolare e metabolico, ma anche elementi come la compromissione cognitiva nei bambini. Insomma, fenomeni da non sottovalutare:
"Contribuisce a 48.000 nuovi casi di cardiopatia ischemica l'anno e 12.000 decessi prematuri. Altri esempi? A causa del rumore degli aerei, stimiamo che 12.500 bambini in età scolare soffrono di problemi di lettura a scuola. Stimiamo inoltre che 22 milioni di persone soffrano di insofferenza cronica".
Cosa fanno Agenzia e Unione
In questo ambito, la problematica è anche di natura politica. Ancora oggi vi sono problemi relativi all'attuazione della direttiva sul rumore ambientale dell'Unione Europea. Il motivo è presto detto: mancano ancora in alcuni paesi mappe acustiche e piani d'azione. Ed è qui che entra in gioco l'AEA, cercando di raccogliere e raggruppare tutte le informazioni dei vari Paesi e aiutando il monitoraggio della situazione.
La questione però non si ferma qui: sì perché il problema rimane la non uniformità nelle modalità e nelle tempistiche di attuazione delle misure atte a contrastare i problemi di rumore. L'Unione Europea, si sta però muovendo con soluzioni quali asfalto a basso rumore sulle strade, la promozione dell'utilizzo di pneumatici silenziosi, infrastrutture da promuovere per le auto elettriche in città. Sarà sufficiente?