Continuano a far discutere e a preoccupare le parole di Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, che ieri ha sganciato la bomba per avvisare famiglie e imprese: con il prossimo aggiornamento trimestrale del 1° ottobre, ha avvertito, le bollette elettriche potrebbero aumentare del 40%. La causa è da individuare ancora nella crescita dei prezzi internazionali del gas e delle quotazioni della CO2.
Mentre l'Autorità per l'Energia e il Governo lavorano sottotraccia per provare a contenere la stangata, come riuscirono a fare in extremis a giugno, l'Europa indica quale deve essere la strada da seguire nel lungo termine: Fit for 55.
Ritardo di 5 anni
Proprio stamattina, il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans, responsabile anche delle politiche per il clima, ha parlato di fronte al Parlamento Ue per fare il punto della situazione, anche alla luce della presentazione del rapporto Ipcc sui cambiamenti climatici di un mese fa.
Secondo Timmermans, “se avessimo avuto il Green Deal 5 anni prima, non ci troveremmo in queste condizioni, perché saremmo meno dipendenti dai combustibili fossili e dal gas naturale”. Infatti “solo circa 1/5 dell’aumento dei prezzi può essere attribuito all’aumento dei prezzi della CO2. Il resto è una conseguenza della carenza nel mercato”. Al contrario, “durante questa crisi energetica abbiamo visto che i prezzi per le rinnovabili sono rimasti bassi e stabili”.
In poche parole, per dire addio ai rincari in bolletta, insieme all’inquinamento atmosferico e alle emissioni di gas serra, bisogna “accelerare la transizione, in modo che le Fer raggiungano prezzi accessibili per tutti”. Quello a cui stiamo assistendo oggi è una “lezione che dovremmo trarre”.
La ricetta Ue
Ma cosa prevede di preciso Fit for 55 per mettere un freno alle stangate in bolletta? C’è una netta spinta con obiettivi molto ambiziosi per la produzione di energia dalle fonti rinnovabili, ma anche la possibilità per gli Stati di “ridurre l’Iva e i dazi sull’energia, o dare un sostegno diretto alle famiglie”.
Timmermans è però aperto ad altre soluzioni e chiede al Parlamento e al Consiglio di dare “un’occhiata al pacchetto Fit for 55 nel suo totale”, così “se ci sono elementi da cambiare, si possono trovare alternative che raggiungano lo stesso obiettivo in un modo da garantire un’equa ripartizione degli oneri tra la società, tra gli Stati membri tra le regioni”, senza colpire i “più vulnerabili”.
L’unica certezza, come indicato dal rapporto dell’Ipcc, è che bisogna agire subito, altrimenti “i punti di non ritorno saranno raggiunti molto presto”. Il prossimo appuntamento sarà la COP26 di novembre, a Glasgow, a cui Timmermans si sta preparando “per cercare di convincere anche i cinesi a salire a bordo con più ambizione”. Nell'immediato, intanto, gli automobilisti elettrici possono iniziare a fare i conti con i riflessi del caro-bollette sul pieno domestico di elettricità, come abbiamo fatto per la stangata di luglio, violenta ma non quanto quella che ci aspetta tra due settimane.