Colonnine ogni 60 chilometri lungo le principali strade europee entro il 2026, ma non solo. C’è anche la ricarica facile come il pieno di benzina tra gli obiettivi della nuova Dafi, la normativa europea sulle infrastrutture di rifornimento per le alimentazioni alternative, con l’elettrico in testa.
Per centrare il target, l’Europarlamento ha già approvato l’aggiornamento del testo, chiedendo agli operatori di rendere sempre possibili i pagamenti diretti tramite carte di credito o di debito, sia alle nuove che alle vecchie colonnine. Ma gli Stati membri non sono d’accordissimo.
Cercasi compromesso
Chiamati a dare il secondo via libera alla Dafi prima della sua entrata in vigore, i Paesi stanno lavorando all’interno del Consiglio Ue per raggiungere un compromesso con Strasburgo. Troppo complicato il retrofit delle infrastrutture già esistenti, almeno secondo i ministri europei competenti e gli operatori di ricarica.
Una ricarica ad alta potenza
L’idea è perciò di lasciare solo l’obbligo del QR code, molto più semplice da implementare rispetto a un vero e proprio terminale. C’è però una precisazione: “La posizione del Consiglio Ue è di distinguere tra le stazioni di ricarica rapida (DC), sopra i 50 kW, e quelle in corrente alternata (AC), sotto i 50 kW”. A dare i dettagli è Frantisek Jemelka, portavoce del ministero dei Trasporti della Repubblica Ceca, presidente di turno al Consiglio Ue.
Perché no
Intervistato da Euractiv, l’uomo di fiducia di Praga spiega che “la ricarica ad hoc verrà utilizzata soprattutto nelle colonnine fast”, mentre “il modello di abbonamento sarà ancora predominante nelle stazioni di ricarica a corrente alternata”.
La posizione del Parlamento Ue comporterebbe invece “ulteriori e significativi costi agli operatori”, con il rischio di raggiungere “un risultato finale totalmente opposto a quello che Strasburgo sta cercando di ottenere”.
Alla fine, “questo potrebbe portare alla situazione in cui gli operatori preferirebbero disattivare o disinstallare le stazioni di ricarica, più che investire nell’adeguamento”. Tra i pericoli, ci sarebbe anche quello di “distrarre” i charge point operator (cpo) dalle nuove installazioni.
Perché sì
L’Europarlamento è però convintissimo della sua richiesta: “Non possiamo aspettarci che tutti abbiano familiarità con Google, Apple Pay, QR code e pagamento tramite app”, tuona il relatore Ismail Ertug, parlando sempre con Euractiv. “I modelli di abbonamento e le piattaforme possono continuare a esistere, ma deve esserci la possibilità di pagare ad hoc”.
Frasi a cui fanno eco le parole dei consumatori: “L’uso delle carte non rallenterà la diffusione delle stazioni di ricarica”, sostiene Robin Loos, sustainable transport officer dell’associazione Beuc. “L’applicazione è a basso costo e, in più, sono in fase di sviluppo nuove soluzioni economiche di retrofit. L’iniziativa rafforzerà la fiducia degli automobilisti nel passaggio alle auto elettriche”. Novità sul negoziato sono ora attese per il 13 dicembre.
Fonte: Euractiv