Meno auto private, più car sharing. Il futuro passa anche da qui, dall’evoluzione del concetto di mobilità a cui siamo abituati, in un intreccio inevitabile con l’elettrificazione. E sono sempre di più gli operatori del settore che puntano alle zero emissioni. Ma alla gente piace? A guardare i dati, sembra proprio di sì.

Le strade del domani sono protagoniste della nostra chiacchierata con Thiago Figueira, general manager Italia di Zity, player nato dalla collaborazione fra Mobilize – divisione di Renault dedicata ai servizi della mobilità – e la spagnola Ferrovial. Da Madrid a Parigi, da Lione a Milano, Zity cresce con la sua flotta di Dacia Spring, in Italia e all’estero.

Basta dire che nel 2022 il fatturato dell’azienda è arrivato a 12,4 milioni di euro: un +56% che significa aver superato il massimo storico raggiunto prima della pandemia (8,7 milioni del 2019). Anche il numero dei clienti si è fatto più grande, con un +12%, ovvero 610.000 nuovi utenti.

Perché elettrico è meglio

Alla luce dei vostri dati – chiedo a Figueira –, pensi che la mobilità vada sempre più verso i servizi di condivisione e un uso minore dell’auto privata?

“Diciamo che, oltre alla comodità, c’è anche il fattore economico – esordisce –. Non solo per i giovani, ma anche chi ha più potere di acquisto e decide di non comprare l’auto. Dall’altra ci sono le difficoltà di mercato, per crisi delle forniture, aumento dei prezzi, ricambi e altro. Quindi, secondo noi sì, il mercato cresce, anche più delle nostre aspettative”.

Le Dacia Spring di Zity

La Dacia Spring di Zity

Insieme a quelli ambientali, quali sono i vantaggi dello sharing elettrico?

“Prima di tutto, è importante sottolineare che, nonostante l’aumento dei prezzi, viaggiare in elettrico è ancora più vantaggioso a chilometri. Ci sono poi altri aspetti, perché l’auto elettrica ha una guida meno aggressiva e rumorosa. Ma, per avere equilibrio sul mercato, servirebbe che tutti gli operatori andassero in elettrico. Così i vantaggi saranno trasferiti ai clienti finali. Prima o poi accadrà”.

L’Italia? Non è male

Zity opera in Italia da giugno 2022. Avete incontrato delle difficoltà a investire qui? E cosa pensi si possa migliorare?

“Nessuna difficoltà particolare. Nel 2021 avevamo già ordinato le auto e abbiamo avuto degli incentivi importanti per partire col nostro servizio. Ecco, di quelli direi che potrebbero essere prorogati. Ci farebbe piacere, ma capisco che il Governo abbia altre priorità.

Altra cosa riguarda il lavoro. Essendo una startup, abbiamo goduto di agevolazioni per i lavoratori. Questo ci ha consentito di prendere dei rischi. Se anche queste fossero prorogate sarebbe un vantaggio. Ci si potrebbe lavorare. E non solo per il car sharing, ma per tutte le startup in Italia.

Comunque il nostro processo di inserimento sul mercato non è stato lunghissimo. Abbiamo ottenuto i permessi a metà giugno 2022 e siamo partiti alla fine dello stesso mese. In sintesi, abbiamo prenotato le auto a inizio 2021, le abbiamo immatricolate a fine anno e abbiamo avuto i permessi a giugno 2022”.

Le Dacia Spring di Zity

Si parte!

Zity si espanderà ancora in Italia?

“Sì, stiamo valutando un’eventuale espansione a Roma e Torino, città mature e dense che ci permettono di bilanciare il servizio con i costi. Serve un certo tipo di clientela per fare in modo che gli investimenti tornino. Non sappiamo quando, ma sicuramente non nel primo semestre 2023 e difficilmente nel secondo, anche se non sarà impossibile. Ora siamo focalizzati sull’aumento della flotta a Milano, ma non è facile in questa fase di ‘shortage’ nel mondo automotive”.

In futuro userete altre vetture oltre alla Dacia Spring?

“Sì, con Mobilize indaghiamo sui bisogni dello sharing. C’è l’intenzione di testare una nuova vettura, non necessariamente a Milano, ed entro la fine dell’anno dovrebbero esserci delle prove”.

Che tipo di vettura? Ovviamente sempre del Gruppo Renault…

“Va considerato che il nostro obiettivo è garantire lo sharing in città. Avere un portafoglio grande non dà grossi vantaggi, a causa dei vincoli diversi che comporta. Ma le citycar rimangono le più adatte, quindi stiamo spingendo su questo modello”.

L'app di Zity

L'app di Zity

Ultima domanda: come cercate di distinguervi dai competitor e come continuerete a farlo?

“Noi spingiamo sulla semplicità. Faccio due esempi: il nostro cliente non deve indicare per quanto tempo userà il servizio; la nostra logica di fatturazione tiene conto della flessibilità dell’utente. Altro esempio è lo standby, una pausa durante l’utilizzo che permette di pagare meno e che abbiamo solo noi”.

Come trovare l’auto

Prima di salutarci, Figueira ricorda che Zity ha già esteso il suo servizio all’aeroporto di Linate e annuncia la sperimentazione in Italia di una funzione già attiva di Spagna che consente al cliente di individuare l’auto nello stallo preciso dei grandi parcheggi.