È l’uomo più ricco del mondo, patron di Twitter e padre putativo dell’auto elettrica. Elon Musk non è certo il tipo che ha bisogno di presentazioni. Qualcuno lo definisce un reazionario, qualcun altro un visionario. Di sicuro, inserirlo in una categoria risulta molto difficile; piaccia o non piaccia il personaggio. Ma chi l’ha conosciuto non ha paura a definirlo “il Leonardo del 21° secolo”.
Parola di Nicola Porro (giornalista di Mediaset e presentatore su Rete 4 di Quarta Repubblica), che ha chiacchierato con mr Tesla durante la sua visita a Roma, quando il ceo ha incontrato la premier Giorgia Meloni e il vice Antonio Tajani. Dalla transizione energetica all’esplorazione dell’universo, passando per l’amore verso l’Italia, il Musk-pensiero finisce sotto la lente d’ingrandimento di trasmissione e spettatori. Scopriamolo.
Questione di consapevolezza
“È una città bellissima, fantastico”, esordisce l’intervistato, ammirando la capitale dall’alto, prima di sorseggiare una bibita fresca. “Qual è l’obiettivo della mia vita? Può sembrare un po’ esoterico – descrive la sua visione –, ma sto cercando di capire quali azioni possono massimizzare un futuro positivo per la nostra civiltà. La mia filosofia è la curiosità, perché voglio capire la natura dell’universo e aumentare la consapevolezza dell’uomo”.
Non a caso, Musk si dice “a favore dell’essere umano” e, perciò, si preoccupa dei tassi di natalità troppo bassi. Un problema che in Italia è “grande” e va affrontato a livello culturale e logico, più che politico. “Dovete fare figli”, è il suo invito. Il rischio è la scomparsa del nostro Paese o addirittura di tutta l’umanità.
Ma Elon non vuole immaginare uno scenario simile: “Sono un grande fan dell’Italia, tanto che ho festeggiato i miei 40 anni a Venezia. Ecco perché dico agli italiani che devono fare più figli”. Ma glissa quando gli viene chiesto se investirà nella Penisola.
Zero problemi
Passando all’auto elettrica, Musk rassicura: in futuro non avremo problemi di elettricità, perché “la grande maggioranza dell’energia terrestre è solare. L’energia che dal Sole raggiunge la Terra è pari a 1 GW per km2, quindi potremmo alimentare più volte la nostra attuale civiltà”.
Ciò che serve davvero è “un mix delle due principali fonti rinnovabili, cioè eolico e solare”, anche se piace pure il nucleare. “Così sarà possibile utilizzare le batterie per immagazzinare energia elettrica nei momenti in cui non splende il Sole o non c’è vento”.
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Crescita felice
La transizione ecologica, perciò, si può fare. Anzi, va fatta, perché “il cambiamento climatico non distruggerà la Terra, ma renderà difficile la vita degli umani che la abitano”. Ci sono però dei paletti:
“Noi vogliamo andare avanti verso un’economia energetica sostenibile, ma non credo che dobbiamo farlo a costo della vita delle persone o del loro stile di vita. Penso che sia possibile condurre uno stile di vita buono, ma anche passare a un’economia sostenibile. Non dobbiamo distruggere lo stile di vita degli agricoltori o rendere la gente infelice. Possiamo assolutamente pensare a un futuro energetico sostenibile senza essere infelici”.
Lampi nel buio
E se tutto ciò non bastasse per salvare il pianeta? Ci penserà SpaceX: “Possiamo rendere la vita multiplanetaria e creare una civiltà autosufficiente su Marte”. Già, ma quando? Musk non si sbilancia, limitandosi a ricordare che gli esseri umani sono solo “lampi nel buio”, in un universo che esiste da molto prima e continuerà a esserci anche dopo di noi.
Fra gli argomenti toccati, c’è poi l’acquisto di Twitter: “Perché l’ho fatto? Sono un masochista (ride) e mi chiedevo come infliggermi un dolore più grande”. Battute a parte, Musk si erge a difensore della libertà di parola, che – secondo lui – non era pienamente garantita sul social network, prima del suo arrivo: “La rispettiamo solo quando consentiamo alle persone di dire cose che non ci piacciono”.
Come nei film distopici?
Ultimo, ma non meno importante, il capitolo sull’intelligenza artificiale: “È una tecnologia molto potente, che può essere utilizzata in modo errato. Perciò serve la massima cautela”. Cosa significa? Governarla attraverso una “forma di coordinamento globale”, altrimenti, spingendosi oltre certi limiti, “assumerà il comando e diventerà il capo”.
“Dovremmo preoccuparci tutti – conclude –. Noi esseri umani siamo speciali perché più intelligenti delle altre creature, anche se non più forti. Ma cosa succede se qualcuno diventa più intelligente? L’IA può essere molto più intelligente. Ed è spaventoso”.