L'esperienza di Tesla in Europa non è mai stata priva di momenti di tensione e a questo si è aggiunta, lo scorso maggio, una fuga di dati sensibili avvenuta, a quanto si disse, ad opera di un ex dipendente scontento.
Secondo quanto riporta oggi Automotive News Europe, la violazione dei dati sarebbe anche più seria del previsto: coinvolgerebbe oltre 75.000 persone, per l'esattezza 75.735, in prevalenza dipendenti ed ex dipendenti, e toccherebbe anche personale della della sede centrale che attualmente è ad Austin, in Texas.
Dalla Germania fino al Maine
Una decina di dipendenti i cui dati sono stati violati risiede nel Maine ed è proprio da questo stato che è partito un avviso rivolto alla Casa che attribuisce la cosa a illeciti interni.
Tesla ha provveduto qualche giorno fa, il 18 agosto, a inviare una lettera alle persone direttamente colpite dall'attacco informatico per mettere a conoscenza dei fatti. Nella lettera, la Casa dichiara che un organo di stampa straniero, nella fattispecie il quotidiano finanziario tedesco Handelsblatt, l'ha informata di essere entrato in possesso di informazioni riservate.
Cybersecurity a rischio
Le indagini hanno individuato due responsabili, entrambi ex dipendenti della Casa fondata da Elon Musk, i quali avrebbero acquisito in modo illecito informazioni per poi condividerle con il giornale.
Nella stessa lettera, Tesla assicura di aver già avviato azioni legali contro i responsabili del gesto e fatto sequestrar ei dispositivi elettronici con cui le informazioni sono state acquisite, oltre a ottenere un'ordinanza che vieta l'ulteriore utilizzo e diffusione dei dati.
Rispetto alle prime informazioni circolate a maggio, dunque, sembra che la violazione dei dati stimati in oltre 100.000 gb di informazioni riservate, non abbia riguardato soltanto personale e partner commerciali della sede tedesca, e che il tecnico con mansioni di addetto alla manutenzione indicato inizialmente come unico responsabile non abbia agito da solo.