La Cina è uno dei Paesi che inquinano di più. Si tratta ormai di un dato di fatto, confermato annualmente dai numerosi report che vengono redatti dai tanti think tank globali.
L'ultimo di questi è stato realizzato dal CREA (Centre for Research on Energy and Clean Air), un'organizzazione di ricerca finlandese indipendente che si occupa di studiare le tendenze, le cause e l'impatto dell'inquinamento atmosferico sulla salute. Il documento, dal titolo China’s Climate Transition Outlook 2023, ha spiegato che la regione raggiungerà il picco di emissioni di CO2 molto presto.
Molto presto
Secondo lo studio, la Cina raggiungerà il massimo delle emissioni ambientali prima del 2030, dunque nei prossimi anni. Per gli esperti si tratta di un dato piuttosto positivo, che però resta in netta contrapposizione con i diversi dubbi riguardo la capacità della Nazione di limitare gli aumenti delle emissioni prima del picco.
Per il think tank, poi, stabilire già oggi l'anno preciso è ancora impossibile, ma secondo la maggior parte degli 89 esperti intervistati potrebbe uno di quelli precedenti al 2025, quindi ben prima della fine del decennio.

L'impianto produttivo della Polestar 4 in Cina
I motivi di questa "anticipazione" sui tempi sono presto spiegati e risiedono principalmente nel fatto che oggi il Paese stia spingendo molto sulle energie rinnovabili, nonostante stia comunque continuando ad approvare l'apertura di nuove centrali a carbone, per rispondere alla sempre più crescente domanda di energia elettrica sul territorio, principalmente per alimentare le industrie.
Non è certamente una novità, infatti, che proprio in questo territorio si trovino alcuni degli impianti produttivi più importanti a livello globale, anche per quanto riguarda le auto e la relativa componentistica.
I dubbi e le perplessità
Il ventaglio di esperti intervistato dal CREA, poi, oltre a spiegare la questione, ha anche esposto alcuni grandi dubbi riguardo la stessa Cina e la sua controversa strategia di riduzione delle emissioni climalteranti.
Il primo di questi è, appunto, la non certa capacità di rispettare gli impegni presi in vista del 2030 e del 2060 (-65% rispetto ai valori registrati nel 2005 entro la prima tappa e il raggiungimento della neutralità carbonica entro la seconda); il secondo è quale effettivamente sarà il valore di picco atteso nel corso del decennio.
In vista della COP28 di Dubai, in programma dal 30 novembre al 12 dicembre 2023, come ricordato da Reuters, sarà molto importante parlare della ridotta volontà della Cina ad accettare un'eliminazione graduale dei combustibili fossili.
Fonte: Centre for Research on Energy and Clean Air, Immagine di copertina: IQAir.com