Allarme riparazioni auto elettriche: in Italia non ci sono abbastanza meccanici specializzati in veicoli full electric e, così, le officine si vedono costrette a rifiutare clienti e soldi, mentre gli automobilisti rischiano di circolare su vetture meno sicure. Un altro pericolo sarebbe la perdita dei posti di lavoro.
L’allerta arriva dallo specialista Marco De Filippo, Business Development Manager di Autodata, che pubblica un articolo per denunciare la situazione nel nostro Paese.
Buchi e divari
Ma non solo, perché l’esperto specifica che secondo l’Imi (Sistema di informazione del Mercato interno dell’Unione europea) in Europa mancheranno quasi 30.000 tecnici nel 2035, esattamente quando dovrebbe entrare in vigore lo stop alla vendita di auto a benzina e diesel (salvo retromarce, come chiede il Governo Meloni).
Dentro un’auto elettrica
“C’è un divario crescente di competenze tra i tecnici automobilistici che non hanno le abilità o gli strumenti per riparare i veicoli elettrici”. Scrive De Filippo. La soluzione? Più incentivi. “Senza il supporto del Governo, le officine e i riparatori d’auto vengono lasciati indietro nella rivoluzione EV”, perché “attualmente c’è una disconnessione tra aspirazioni e realtà”.
“Fate presto”
L’appello all’Esecutivo viene poi esplicitato nelle ultime righe: “L’Italia deve affrontare la realtà che la transizione verso i veicoli elettrici non può avvenire senza un investimento significativo nella formazione dei tecnici e nelle attrezzature necessarie”.
“Senza un sostegno significativo da parte del Governo e dell’industria, le officine non saranno in grado di affrontare l’aumento dei costi per l’acquisto di nuovi strumenti e la formazione del personale. Urge un investimento in formazione e attrezzature per colmare il divario crescente tra il numero di veicoli elettrici in circolazione e i meccanici che possono ripararli.
Per garantire una transizione senza intoppi verso i veicoli elettrici, è fondamentale che il Governo combini gli incentivi per l’acquisto di EV con investimenti nelle officine locali. Solo così sarà possibile colmare il divario tra le aspirazioni verdi e la realtà delle competenze tecniche disponibili”.