Ripartire da zero. Da zero emissioni. È questa l'ambiziosissima missione della Nissan Leaf, la prima auto elettrica del marchio giapponese e dell'alleanza Renault-Nissan che ha come obiettivo di diventare il costruttore leader per la mobilità elettrica. L'auto a zero emissioni per conquistare il pubblico prende un nome da vera ecologista - "leaf" in inglese vuol dire "foglia" - e le sembianze di un auto normale. È infatti lunga 4,45 metri (come un Opel Astra) con un passo di 2,70 metri e solo l'altezza di 1,55 metri è di poco superiore a quella di un'auto normale. Anche le forme sono dissimili dalla norma, ma solo di poco.

ALLA SCOPERTA DEI RUMORI

Muso corto e appuntito, fianchi scolpiti e tetto discendente con coda avvolgente, la Leaf rivela uno studio aerodinamico attento. Il Cx non è eccezionale (0,29), ma l'attenzione ai particolari è maniacale e, per fare un esempio, persino l'antenna sul tetto, ha una testa a galleggiante da pesca, tutto per limitare al massimo i fruscii. Lo stesso dicasi per ridurre al massimo tutte quelle piccole fonti di rumore che, in assenza del motore a scoppio, emergono manifestando la loro esistenza finora dimenticata come il motorino del tergilunotto. All'interno l'abitabilità è ottima, l'accessibilità è resa agevole dall'ampio angolo di apertura delle porte facilita l'entrare e anche il bagagliaio di 330 litri ha una buona capacità, ma qui il difetto è che il vano è molto infossato e, abbassando lo schienale per aumentare la capacità a 680 litri (fino ai finestrini) si forma un altro scalino altrettanto marcato. Chiari i rivestimenti, anche il panno per i sedili che appare un po' sporchevole mentre qualcuno tra plastiche e rivestimenti appare duro al tatto. Morbido invece l'azionamento dei pulsanti. Il piantone dello sterzo è regolabile solo in altezza.

ELETTRICA DENTRO

La strumentazione retroilluminata è su due livelli. Su quello inferiore principale, al centro c'è l'indicatore di utilizzo della potenza. A destra c'è l'indicatore della batteria con la cifra che indica l'autonomia calcolata, a sinistra la tensione della batteria di servizio da 12 Volt. Sulla parte superiore c'è il tachimetro digitale con il termometro e un econometro capace di visualizzare quanto la nostra guida sia virtuosa con un indicatore istantaneo e uno riassuntivo stilizzato in un albero. Se si arriva a visualizzarlo per intero, vuol dire che sappiamo usare il piede destro. Al centro c'è lo schermo del sistema infotelematico che, oltre alle normali funzioni, integra anche quelle relative all'utilizzo elettrico richiamandoli attraverso il pulsante "zero emission". In un attimo sappiamo praticamente tutto, compresi i punti dove possiamo fare la ricarica, ma ancora più interessante è l'interazione a distanza attraverso lo smartphone con la possibilità di controllare ovunque a che punto è la ricarica e persino programmare il climatizzatore se vogliamo l'auto alla temperatura che desideriamo. Tutte queste informazioni viaggiano attraverso Nissan e, in collaborazione, con i fornitori locali di energia, consentiranno un utilizzo comodo e semplice della infrastruttura di rifornimento.

DALLA SPINA PRENDE LA CARICA

A questo proposito, la batteria è agli ioni di litio e, come già detto, si trova nella parte bassa della vettura. È composta da 192 celle, eroga corrente a 345 Volt, 90 kW di picco di potenza e ha una capacità nominale di 24 kWh che impiega praticamente per intero a differenza di altri costruttori che invece si cautelano utilizzando solo parte della capacità per preservarne la durata. Nissan invece si sente sicura della tecnologia sviluppata insieme a NEC, in particolare per il controllo della temperatura ed è sicura del fatto che la batteria della Leaf manterrà dopo 5 anni almeno l'80% della propria efficienza. La ricarica avviene attraverso uno sportellino piazzato sul muso della vettura, dietro al logo, che si apre con un comando dal posto guida e vi si trovano due prese: una per la ricarica dalla rete domestica in 8 ore e una per quella rapida dalle colonnine a 50 Ampere e 380 Volt così da fare il pieno all'80% in 30 minuti. C'è anche un altro pulsante sulla sinistra ed è quello per disattivare il suono artificiale che la Leaf emette quando marcia al di sotto dei 30 km/h. Diciamo subito che la scelta è assai curiosa: da fuori sembra una via di mezzo tra una navicella spaziale e un jet mentre, se si innesta la retromarcia, l'avvisatore di sicurezza prende la forma acustica di una vecchia campanella della scuola o di una chiesetta di campagna.

DAI PRELIMINARI AI FATTI

Per avviare il sistema, basta mettere la chiave in tasca e premere il pulsante illuminato di arancione sulla destra del piantone. A questo punto la scritta verde "ready" dice che non rimane che mettere il piede sul freno e spostare la particolare manopola illuminata di azzurro verso sinistra e poi all'indietro. Il piede destro ora può poggiarsi sull'acceleratore e la Leaf si muove in un silenzio irreale, totale. Davvero eccellente il lavoro compiuto sull'elettronica di potenza che non lascia scappare neppure un ronzio, anche quando si comincia a premere di più e i 280 Nm di coppia si trasformano in una spinta davvero invisibile all'orecchio, ma evidentissima sin da fermo. Il motore della Leaf ha 80 kW (109 kW, come un diesel 1,6 litri) ed è collegato alle ruote anteriori solamente tramite un ingranaggio di riduzione fisso. Sulla carta ha un'accelerazione da 0 a 100 km/h in 11,9 secondi con una velocità massima di 144 km/h, ma la qualità delle prestazioni è superiore a quella espressa da questi numeri, per la prontezza ai comandi dell'acceleratore e la continuità della spinta che viene un po' fiaccata scegliendo la posizione Eco.

SILENZIO DI TOMBA E AUTONOMIA CREDIBILE

Siamo riusciti a raggiungere facilmente punte velocistiche ben superiori a quelle dichiarate sperimentando come la Leaf abbia un'efficienza aeroacustica da riferimento, con fruscii praticamente ridotti al minimo. Il comfort insomma è davvero da top car, anche per merito delle sospensioni che offrono un ottimo assorbimento senza far rollare troppo la vettura per un comportamento stradale facile e sicuro. Complice, in questo caso, è anche la particolare ripartizione delle masse creata dalle batterie. Buono anche il feeling raggiunto con lo sterzo, per nulla artificiale, e per il pedale del freno. I sistemi di controllo elettronico per la stabilità e la trazione sono fulminei negli interventi e non provocano quei fastidiosi effetti di rallentamento. A proposito di numeri, arriviamo al capitolo autonomia. Abbiamo guidato la Leaf senza ritegno su un circuito misto sfruttandone a tratti le prestazioni al massimo, sotto una tempesta di pioggia e vento con il climatizzatore, le luci e i tergicristalli accesi, così come il navigatore e ascoltando la radio. Dopo aver percorso 55 km il computer di bordo segnava 57. Lo giudichiamo un buon risultato che rende i 160 km di omologazione un dato realistico. Nissan anzi indica in 220 km la massima autonomia possibile.

UNA "FOGLIA" DA 35.000 EURO

Ma quanto costerà la Leaf? Circa 35.000 euro compresa la batteria e con l'allestimento unico, completo di tutto. Non è poco, ma, con gli incentivi di almeno 5mila euro presenti in altri paesi europei, si arriva ai livelli di una Toyota Prius. Le formule di pagamento inoltre comprenderanno ratei e valori di riscatto prestabiliti che dovrebbero stabilizzare quelli residui. A questo va aggiunto che una Leaf ha un costo del carburante di poco più di 2 euro ogni 100 km, che è 3,5 volte inferiore a quello di un'auto dotata di un motore Diesel di 1,5-1,6 litri ai quali vanno sommati costi di manutenzione inferiori del 15% dovuti alla minore complessità dell'auto elettrica e dalla quasi assenza di liquidi da controllare o sostituire. Per convincere i clienti, Nissan inoltre offre 5 anni di garanzia sulla parte elettrica e 3 anni sull'intera vettura.

L'ITALIA PUÒ ATTENDERE

Peccato che tutto questo non riguarderà l'Italia, almeno per ora perché, come è noto, nel nostro paese non esistono incentivi, né piani di sviluppo di reti di rifornimento sia a livello centrale che locale. La produzione è comunque partita presso lo stabilimento giapponese di Oppama lo scorso 6 ottobre e la prima tranche è esaurita grazie alle 20mila prenotazioni negli USA e alle 6mila nel Sol Levante ai quali va aggiunto qualche migliaio di quelli che in Europa hanno già mostrato interesse lasciando un piccolo deposito cauzionale. Il lancio in Europa avverrà in tre fasi con la prima concentrata su Regno Unito, Irlanda e Portogallo all'inizio del 2011 e il turno dell'Italia (il terzo, naturalmente) arriverà in estate, ma senza grandi speranze. Per l'auto a emissioni zero il nostro paese è a zero decisioni.

Fotogallery: Nissan firma in Danimarca per ricaricare la Leaf