Max Biaggi non corre più, ma ha la velocità nel sangue. Per questo ha deciso di lanciarsi in questa nuova avventura, nella quale proverà a battere il record mondiale di velocità su terra per motociclette elettriche.
Non è certo un obiettivo facile, ma il sei volte campione del mondo di motociclismo ha dimostrato nei suoi anni nel circus iridato di avere la stoffa per le grandi imprese.
Biaggi è già al lavoro per stabilire il nuovo primato ed entrare così nel Guinness dei Primati e sta lavorando con il team Venturi-Voxan per la messa a punto della Voxan Wattman con la quale nel 2020 spera di passare alla storia una volta di più.
Si lavora di scanner per la posizione di guida
Biaggi ha messo a disposizione del progettista Sacha Lakic e degli altri ingegneri del team la sua profonda conoscenza nelle corse per realizzare un mezzo che sia il più possibile ergonomico e aerodinamico. In questo momento il lavoro si sta concentrando sulla realizzazioni di scansioni 3D per raccogliere tutte le misure e definire una posizione di guida il più corretta possibile. Nel farlo, si deve tenere conto anche delle regole imposte dalla Federazione Internazionale Motociclismo perché il record sia poi convalidato.
Si punta ai 330 km/h
L'obiettivo di Max e del team Venturi-Voxan è di raggiungere i 330 km/h. L'impresa è stata programmata per l'estate 2020, sulla distesa salata di Uyuni, la più grande del mondo, situata in Bolivia. La categoria in cui Max e soci tenteranno il record, ufficialmente, è quella delle "motociclette elettriche spinte dal moto di una ruota a contatto con il terreno, parzialmente carenate, sotto i 300 kg". Il primato al momento è detenuto da Jim Hoogerhyde, che nel 2013, in sella a una Lightning SB220, ha toccato i 327,608 km/h.
“Abbiamo imparato molte cose durante questa prima sessione di lavoro insieme ai ragazzi della Venturi-Voxan - ha detto Max Biaggi - Abbiamo lavorato molto sulla definizione della posizione di guida. Non si può adottare una postura simile a quella delle motociclette da corsa. Qui si deve letteralmente diventare un tutt'uno con la moto, stare bassissimi, radenti al terreno. Mi sono dovuto abituare a questa nuova posizione, anche perché avevamo delle limitazioni imposte dai regolamenti”.
"Una volta trovata la posizione ideale - ha spiegato Louis-Marie Blondel, a capo dello sviluppo - lavoreremo con le simulazioni al computer per definire l'aerodinamica. Poi lavoreremo sulla meccanica e sul telaio. Questo tentativo di record rappresenta una vera sfida tecnica e tecnologica. Permetterà alla Voxan di progredire sotto tutti i punti di vista, anche sui modelli a combustione".