La domanda che il mondo elettrico si pone da almeno due anni a questa parte ha trovato una risposta parziale: “Taycan è davvero l’anti-Tesla?” Sì, e anche no. Perché Porsche è Porsche e difficilmente lavora per mettersi al pari con la concorrenza, punta direttamente a superarla soprattutto quando arriva dopo. Tuttavia, la sfida non si è giocata sullo stesso piano o almeno non del tutto. Fino ad oggi.

Porsche-Tesla, il duello ha inizio

Innovazione da una parte, prestigio dall’altra, prestazioni sì, ma più in termini di efficienza per il marchio californiano che non sentiva il bisogno di esibirsi in pista, necessità di affermare la sua supremazia nelle performance per quello tedesco. Porsche Taycan arriva sul mercato con tecnologie di prim’ordine, ordinativi da far impallidire modelli ben più popolari e soprattutto prezzi più da supercar che da vettura premium.

Quanto basta a posizionarla ben sopra e improvvisamente, declassare la Model S, ammiraglia della Casa di Palo Alto, a berlina di prestigio e basta. Ma c’è quel record al Nürburgring, il giro più veloce che una berlina elettrica a quattro porte (categoria per ora non molto prolifica) abbia mai ottenuto. E almeno questa è una sfida a cui Tesla non può non rispondere

Porsche-Tesla, il duello ha inizio

Di qui, l’annuncio dato su Twitter dallo stesso patron Elon Musk appena ieri: “Model S sarà al Nurburgring la prossima settimana”. Non occorre aggiungere altro ma se fosse, il resto suonerebbe più o meno come “per far vedere di cosa è capace dove non lo aveva mai fatto”. Non è proprio così per la verità, perché un paio di precedenti esperienze, non proprio dei tentativi di record ma semmai di approccio all’argomento pista, erano stati tentati negli anni passati anche se avevano evidenziato alcuni limiti tecnici di un'auto non concepita per quell'uso.

Elon Musk non è persona da lasciar cadere un guanto di sfida senza raccoglierlo e soprattutto, senza esser certo di non andare incontro a una figuraccia. Per questo, mentre lui affidava a un tweet il laconico annuncio, più di un esemplare di Model S tra cui uno equipaggiato con pneumatici specifici e un inedito alettone, già si aggirava già dalle parti del Norschleife.

Porsche-Tesla, il duello ha inizio

La sfida dei record…

Niente giri veloci non significa che Tesla non abbia collezionato primati in questi primi anni di attività: quelli nelle vendite, con risultati straordinari per una soluzione in cui, prima delle rivoluzioni di questa fine decennio, non sembravano credere in moltissimi, a cui si aggiungono ben due record di percorrenza nel giro di pochi mesi uno dei quali ottenuto in Italia. Al primo, Taycan ha già risposto con gli ordinativi-record, avvalorati da un listino rivelatosi ben più alto delle aspettative, mentre sul secondo, e sull’efficienza della sua rete di ricarica ad alte prestazioni, la berlina tedesca non è ancora stata messa alla prova.

Porsche-Tesla, il duello ha inizio

…e quella mediatica

Una sfida come questa si gioca anche a livello di comunicazione, un ambito in cui Elon Musk ha sempre dimostrato indubbie capacità, sfoggiando un atteggiamento audace e finemente provocatore nei confronti dell’industria automobilistica tradizionale. Negli ultimi giorni, l’imprenditore californiano non ha risparmiato qualche “frecciatina” sia al Gruppo Volkswagen, con una battuta che alludeva al Dieselgate, né  direttamente a Porsche, ironizzando sulla scelta di utilizzare la parola “turbo” per definire un modello, la Taycan appunto, piuttosto distante dal concetto motoristico che questa parola sottintende.

Porsche-Tesla, il duello ha inizio

Porsche, dalla sua, ha invece mantenuto il contegno dei grandi non facendo mai riferimenti diretti a Tesla nella sua campagna di comunicazione. Addirittura, in un recente articolo su Usa Today il CEO dell'azienda tedesca Klaus Zellmer ha citato proprio Tesla e i suoi risultati commerciali come esempio dell’ormai evidente affermazione della propulsione elettrica. Aggiungendo che “Quando una tecnologia si impone e il pubblico reagisce positivamente, è normale vedere la concorrenza scendere in campo.

Un’affermazione assolutamente corretta e non certo sopra le righe ma che pure, a volerla leggere con un po’ di malizia, detta da chi è abituato a primeggiare si trasforma in un velato monito: abbiamo visto che funziona, adesso arriviamo.

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