A metà anni '90, in California, la lotta alle emissioni inquinanti e la relativa transizione energetica aveva dato una piccola anticipazione di quello che viviamo oggi. Sulla West Coast Usa, infatti, ci furono le prime avvisaglie di un cambiamento importante sulla tutela dell'ambiente, con leggi molto severe e un'attenzione verso la mobilità sostenibile che nelle altre zone del mondo sono arrivate solo in tempi recenti.

Proprio per il mercato californiano la General Motors produsse, tra il 1996 e il 1999, circa 1.100 esemplari della EV1, berlina a zero emissioni con cui si voleva esplorare il mondo della mobilità sostenibile sette anni prima dell'arrivo di Tesla.

La scomparsa per colpa di GM

Di EV1 non ne sono rimaste quasi più. Per questo quella ritrovata in un parcheggio multipiano di Atlanta può essere considerata una delle vetture più rare al mondo. L'auto, prodotta in 1.171 esemplari, ebbe anche un discreto successo. Soprattutto tra i ricchi californiani, che la videro come un vero e proprio status symbol (proprio come accadde dopo con la Toyota Prius). Al volante della GM EV1 si vedevano Tom Hanks o Mel Gibson, tanto per fare due nomi.

Ma GM decise di non puntare più sul progetto. Anzi, alcuni accusano la Casa di aver fatto marcia indietro perché quella EV1 minava addirittura le vendite di auto tradizionali. È una considerazione esagerata, visto l'esiguo numero di auto prodotte e un mercato particolarmente ristretto, ma qualunque sia il vero motivo, l'elettrica americana fu effettivamente ritirata, studiata e poi demolita dalla stessa Casa che l'aveva creata. GM mise le mani su quante più EV1 poté. 

Ed erano molte, visto che la stragrande maggioranza era offerta con una formula di noleggio che permetteva la restituzione. Di EV1, insomma, non ce ne sono quasi più. È possibile osservarne una in alcuni musei, come lo Smithsonian di Washington, e nelle collezioni di alcuni personaggi più o meno noti. Una, ad esempio, è da sempre di proprietà di Francis Ford Coppola, che ancora la detiene.

EV1 ritrovata

240 chilometri di autonomia, forse

Sebbene la tecnologia presente nella prima vettura a zero emissioni prodotta da GM non possa essere paragonata a quella delle auto elettriche in commercio ai giorni nostri (basti pensare che l’utilizzo delle luci e dell’aria condizionata potevano diminuire l’autonomia di più del 15%), la EV1 segnava un passo deciso verso il futuro.

Il powertrain elettrico, infatti, era alimentato nella prima versione - quella prodotta dal 1996 al 1997 - da batterie al piombo che garantivano un autonomia compresa tra  90 e 120 chilometri. Successivamente, però, arrivò un aggiornamento di sostanza, con batterie al batterie al Nichel Metallo Idruro che permettevano di viaggiare per circa 240 chilometri con una sola ricarica. Almeno stando ai dati dichiarati. La ricarica avveniva in circa 8 ore, ma in solo 2 o 3 ore si poteva raggiungere l’80%. 

Fotogallery: GM EV1

Cosa succederà adesso?

Dopo oltre 20 anni dalla prima comparsa su strada e una storia, per certi versi, contrastante, la EV1, grazie a questo ritrovamento, ritorna alla ribalta e si appresta a diventare un’icona della rivoluzione elettrica in atto. Ora, non resta che sperare che questo esemplare non faccia la fine di tutte le altre. La speranza è che possa essere restaurato e che qualcuno possa ancora ammirare le linee e la meccanica che hanno contraddistinto il suo breve successo.