Riconoscere la ricarica dei veicoli elettrici come servizio pubblico, alla stregua di quanto avviene per la distribuzione dei carburanti tradizionali. È questo il cuore della proposta trasmessa al Governo da Adiconsum, con una lettera all'indirizzo del premier Giuseppe Conte e dei ministri Patuanelli, De Micheli e Costa.

Solo agendo in questo modo, incalza l'associazione dei consumatori, si potrà garantire “la certezza della qualità del servizio erogato” e la “tutela all'utente”. Senza tralasciare anche il tema del costo delle ricariche pubbliche, che per Adiconsum deve necessariamente essere “inferiore a quello dei carburanti fossili”.

Gli incentivi non bastano

“È necessario riconoscere il diritto per il consumatore di poter ricaricare” attraverso “una rete efficace e di qualità”, sottolinea l'associazione. Un requisito considerato essenziale per centrare gli ambiziosi target che lo stesso Governo ha fissato nel suo Piano Energia-Clima: 4 milioni di auto elettriche circolanti e 2 milioni di plug-in entro il 2030. “I soli incentivi economici all'acquisto dei veicoli elettrici non bastano”, insiste la lettera, che ipotizza anche una qualche forma di agevolazione per spingere i proprietari dei distributori carburanti verso l'elettrificazione dei benzinai.

Più diritti e controlli

Con riferimento alla direttiva del presidente del Consiglio del 27 gennaio 1994 dedicata ai “Principi sull'erogazione dei servizi pubblici”, Adiconsum chiede quindi di “colmare una lacuna normativa” e “garantire, finalmente, a tutti i cittadini di poter passare alla mobilità elettrica con la certezza di ottenere gli stessi diritti previsti per i servizi pubblici”.

Inoltre, la comunicazione pone l'accento sul fatto che nonostante la ricarica pubblica sia “un'erogazione di energia elettrica”, sul piano normativo non è considerato neanche un servizio universale, “come è ritenuto il servizio di erogazione dell'energia elettrica”. In questo modo, il servizio non è sottoposto neanche al controllo dell'Autorità per l'energia.