Superato il tema del costo iniziale dell'auto, per l'automobilista che vuole convertirsi all'elettrico c'è subito un altro scoglio da superare: la range anxiety. Anche se l'autonomia continua a crescere, infatti, il timore di rimanere senza energia fatica a essere superato, con le infrastrutture che restano uno snodo essenziale per la crescita della mobilità a batteria.

Lo sa bene l'Enea, l'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, che da tempo ha orientato i suoi studi anche in questa direzione. E uno dei progetti su cui è al lavoro è quello di sfruttare la pletora di distributori carburanti esistenti, “aggiornandoli” con degli accumulatori sotterranei a cui collegare colonnine di ricarica ultra-fast.

Due modelli di sviluppo

“Sul fronte delle ricariche, è vero che la rete elettrica c'è, ma servono investimenti importanti perché in ballo ci sono potenze davvero molto elevate”, ha sottolineato il presidente dell'Enea, Federico Testa, in occasione della 74a Conferenza del Traffico e della circolazione tenutasi nei giorni scorsi a Roma.

Secondo Testa esistono due possibili modelli per lo sviluppo infrastrutturale: “Installare le colonnine ogni 100 metri o valorizzare la rete esistente dei distributori carburanti”. L'idea, in particolare, è quella di installare nelle aree di servizio degli accumulatori stazionari alimentati in media tensione, magari sfruttando dopo averle bonificate anche le cavità già previste per i serbatoi. In questo modo, ha spiegato il numero uno dell'Enea, si potrebbero utilizzare punti di ricarica ad alta potenza senza pesare sulla rete elettrica.

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L'importanza della pianificazione

I due modelli, ha precisato Testa, possono anche essere portati avanti in parallelo, ma “l'importante è che ci sia una programmazione definita prima di fare gli investimenti”. Investimenti, ha aggiungo, che saranno essenziali anche sul fronte delle batterie, su cui “si stanno facendo progressi ma non si è arrivati ancora ai risultati sperati”.

A maggio l'Enea ha siglato un protocollo d'intesa con Assopetroli, l'associazione dei retisti carburanti titolari di 12.000 punti vendita (circa la metà della rete), la quale a sua volta lo scorso anno è entrata a far parte di Motus-E, che riunisce tutti i player attivi per la mobilità elettrica.