L’Europa deve accelerare con la creazione di parchi eolici offshore se vuole centrare i target sulle emissioni al 2030 e al 2050. È questo il senso del rapporto votato dal Parlamento europeo, con 518 voti per il “sì”, contro 88 per il “no” e 85 astenuti.

Gli eurodeputati sottolineano che, nonostante aumentare la produzione di energia rinnovabile sia fondamentale per gli obiettivi di decarbonizzazione, gli Stati membri sono ancora in ritardo con le installazioni.

Meno burocrazia e non solo

Troppo poco, secondo i parlamentari Ue, sarebbe lo spazio marittimo sfruttato nel Vecchio Continente. Il parco eolico in Olando, il più grande al mondo, è solo un esempio virtuoso, che non basta. Così l’Europarlamento adotta una serie di raccomandazioni per velocizzare il passaggio alle energie rinnovabili.

Prima di tutto, i parlamentari sottolineano nel testo l’importanza di accorciare i tempi per rilasciare i permessi alle imprese e invitano gli Stati a istituire procedure trasparenti e considerare l’introduzione di scadenze per completare gli iter burocratici.

I parchi eolici galleggianti offshore di Hexicon

Tra le altre cose, chiedono un divieto di discarica delle pale eoliche dismesse dal 2025 per recuperare le materie prime. Ancora, deve essere compito dei Paesi Ue sensibilizzare di più la popolazione sull’energia verde.

A guadagnarci sarebbero tutti, dall’ambiente in generale alla biodiversità, sempre che i parchi eolici siano “progettati e costruiti in maniera sostenibile”. E questo perché “l'Unione europea è leader tecnologico nel settore delle rinnovabili offshore e può aspettarsi notevoli ritorni economici sostenendo la crescita della produzione di energia pulita”. In più, le risorse del Next Generation Eu “rappresentano un’opportunità unica per muovere capitali, da sommare agli investimenti privati”.

Rinnovabili al centro

“Il voto di oggi – dichiara Morten Petersen, vicepresidente della commissione Industria e Energia dell'Europarlamento – dimostra che tutti comprendiamo l’urgenza della questione e che stiamo mettendo le energie rinnovabili offshore in primo piano nella lotta al cambiamento climatico. Dobbiamo introdurre limiti di tempo e rimuovere le molte barriere che ancora si frappongono a un’integrazione rapida e al successo delle energie rinnovabili in Europa”.