Un tesoretto così ricco, forse, non si era mai visto. Ammontano a 870 milioni di euro i fondi che l’ormai ex Governo Draghi aveva destinato complessivamente alla ricarica delle auto elettriche in un anno e mezzo di lavoro.
La fetta più grande della torta sono i 740 milioni del Pnrr, pensati per finanziare l’installazione di oltre 21.000 colonnine, ma ci sono anche 90 milioni, che dovrebbero andare alle infrastrutture per aziende e professionisti, e altri 40 milioni per case e condomini.
Ma tutti questi fondi che fine hanno fatto? Per ora, sono fermi sulla carta. A segnalare il caso e accendere un faro è la deputata Ylenja Lucaselli, di Fratelli d’Italia, che ha presentato un’interrogazione a risposta scritta rivolta ai ministeri dell’Ambiente e della Sicurezza energetica (Mase), delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) e delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit).
Oltre un anno di attesa
Come segnala e scrive la deputata, mancano i provvedimenti attuativi delle varie misure. Per il Pnrr, “si è in attesa da giugno della pubblicazione del decreto che disciplinerà le risorse”, il cui ritardo mette a “serio rischio” tutto il piano.

Auto elettrica in carica
Riguardo invece ai 90 milioni per imprese e professionisti, “da un anno si attende la piattaforma che avrebbe dovuto rendere operative le risorse del fondo”. Passando ai 40 milioni per case e condomini, il “decreto direttoriale che ne disciplinerà il funzionamento (…) non è stato ancora emanato”.
A questo punto, la domanda di Lucaselli è semplice: “Quali iniziative di competenza intendano (i tre ministeri, ndr) porre in essere per sbloccare con estrema urgenza gli incentivi destinati alle infrastrutture di ricarica”.
Mercato fermo
Al momento, non si hanno notizie di una risposta. Ricordiamo però che il ministro Adolfo Urso (Mimit) ha fatto una promessa durante un’intervista a La Repubblica: “I fondi per gli impianti di ricarica elettrica nei condomini verranno prorogati a tutto il 2023 per acquisto e installazione”.
Uno dei tre problemi è perciò sulla strada verso la risoluzione. Novità potrebbero arrivare a breve. Ma restano due nodi da sciogliere. E intanto gli operatori del settore soffrono: “Abbiamo centinaia di clienti che vorrebbero acquistare, ma aspettano gli incentivi”, aveva denunciato Alberto Stecca, ceo di Silla Industries, a Key Energy. Il risultato è che così “si ferma il mercato e la gente non compra più”.