Anche Tesla e Volvo sotto la lente dell’Unione europea. Lo annuncia Valdis Dombrovskis, vicepresidente dell’esecutivo Ue, che dà nuovi dettagli sull’indagine di Bruxelles contro gli incentivi all’industria cinese dell’auto elettrica.
Elon Musk e il gruppo svedese finiscono quindi nel mirino dei commissari Ue con l’accusa di ricevere finanziamenti statali sproporzionati e lesivi della concorrenza con le Case del Vecchio Continente. La dichiarazione arriva durante un’intervista col Financial Times (FT) a margine di una visita in Cina.
Concorrenza (non) equa
Secondo Dombrovskis, l’inchiesta non solo si basa su “prove prima facie sufficienti”, ma riguarda “veicoli elettrici di marca cinese e di altri Costruttori che ricevono sussidi alla produzione”. Parole pronunciate dopo la domanda del FT, che chiedeva se l’indagine riguardasse anche Tesla e Volvo.
L’Unione è “aperta alla concorrenza” nel settore dei veicoli elettrici, ma questa “deve essere equa”, spiega il vicepresidente Ue, che poi aggiunge: altre grandi economie hanno già introdotto tariffe sulle batterie provenienti dalla Cina. “L’Europa – specifica – è probabilmente il più grande mercato aperto alle Case cinesi”.
“Progressi”
Entrambe le parti hanno poi dichiarato di aver compiuto “progressi” per mettersi d’accordo su un meccanismo di controlli alle esportazioni, ma resta il disappunto di Pechino, che parla attraverso Wang Wentao, ministro del Commercio. Bruxelles sarebbe colpevole di “protezionismo”.
Durante il vertice, Dombrovskis ha anche portato avanti un programma per convincere Pechino a smantellare quelle barriere che hanno contribuito al deficit commerciale record dell’anno scorso, pari a circa 400 miliardi di euro.