Volvo è stata una delle prime Case ad annunciare il graduale abbandono dei motori a combustione. Già all'inizio del 2021 aveva infatti promesso che avrebbe venduto solo auto elettriche entro il 2030.
Ora non è più così, perché il costruttore si riserva la possibilità di mantenere una quota di mercato di veicoli termici pari al 10%. Ma non per questo pensa che l'Europa debba fare retromarcia sul divieto di immatricolare nuove vetture a benzina e diesel dal 2035.
Nero su bianco
L'agenzia Bloomberg è infatti entrata in possesso di una dichiarazione firmata Volvo e altre 49 aziende che esortano l'Unione europea a non cambiare gli obiettivi. Secondo il ceo Jim Rowan, la misura più efficace che l'industria dell'auto può adottare per ridurre le emissioni nel continente è proprio - e ovviamente - il phase-out: "L'elettrificazione è l'azione più importante che il nostro settore può intraprendere per ridurre l'impronta di carbonio".
Volvo non è però l'unica Casa a condividere questa dichiarazione, perché anche Rivian - che punta allo sbarco in Europa - spera che l'Ue si attenga al piano originale. Altri costruttori si sono invece rifiutati di firmare, ma nella lettera figurano grandi nomi estranei al settore dell'auto, come Uber e Ikea.
Cosa sta succedendo
L'appello arriva in un momento particolare per l'Europa, che (complice la crisi delle vendite di auto elettriche) potrebbe rivedere le proprie scelte sfruttando una clausola di revisione al 2026 (che l'Italia chiede di applicare al 2025) per ridare cittadinanza ai motori termici, alimentandoli solo con e-fuel o altri potenziali carburanti a zero emissioni.
Dal canto suo, Volvo ha prodotto la sua ultima vettura diesel a fine marzo e prevede di portare la quota di mercato delle auto elettriche ad almeno il 90%. E gli altri costruttori?
A inizio anno, il direttore finanziario di Porsche, Lutz Meschke, ha dichiarato che lo stop a benzina e diesel potrebbe essere rivisto, mentre il resto del gruppo Volkswagen fa i conti con una crisi delle vendite e potrebbe rivedere al ribasso i piani di portare le auto elettriche all'80% delle immatricolazioni nel 2030.
Discorso simile vale per Ford, che puntava addirittura al 100% di full electric in Europa entro fine decennio, ma che ora fa retromarcia. C'è poi il caso Renault, col ceo Luca De Meo che chiede "più flessibilità" a Bruxelles. E Stellantis? Dopo qualche slalom, il costruttore italo-francese sposa adesso la strategia dell'Europa.
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