La concept che Mazda presenterà al Salone di Tokyo del prossimo ottobre aprirà un nuovo capitolo, forse non soltanto per la Casa stessa: ancora una volta, infatti, il marchio di Hiroshima mostrerà una visione del tutto personale e controcorrente, come ha già fatto in passato e di recente investendo nei motori turbodiesel nel loro momento più critico e scegliendo di non puntare sul turbo per i benzina. Altrettanto differente è l'approccio all'elettrico: mentre tutti rincorrono l'autonomia a colpi di batterie sempre più capienti, infatti, Mazda ne rimette in discussione anzitutto proprio il dimensionamento.
L'EV incontra il “rightsizing”
La Casa giapponese, del resto, è stata la prima a parlare di “rightsizing” ossia di “giusto dimensionamento” appunto, quando la parola d'ordine nel mondo dell'auto era "downsizing", ossia tagliare e ridurre ad ogni costo. Concetto applicato ora all'elettrico che per Mazda deve essere ragionato partendo dalla convinzione che tanto più una batteria è grande e tanto maggiore sarà l'impatto ambientale che questa ha nel suo intero ciclo di vita, smaltimento incluso, e che una più piccola risulta più efficiente in ottica globale.
La nuova elettrica, che noi abbiamo potuto provare in anteprima con un prototipo “travestito” da CX-30, ha una batteria al litio da 35,5 kWh ossia quasi un terzo delle più potenti in circolazione (come quella di Audi e-tron, da 95 kWh mentre Nissan Leaf parte da 40 kWh) segue proprio questa idea e non soltanto per ragioni di sostenibilità: le giuste proporzioni portano infatti benefici in termini di peso, comportamento e piacere di guida, altri temi su cui Mazda ha idee molto particolari.
Perché la batteria piccola è meglio
Oltre all'impatto ambientale in qualche modo “bilanciato” rispetto alle esigenze del veicolo, gli altri vantaggi di un elettrico “snello” secondo Mazda si avranno nel feeling di guida e nella dinamica: la coppia elevata delle EV viste finora ha compensato masse importanti, rappresentate proprio dalla batteria, qui invece l'obiettivo è avere sia a l'agilità sia le prestazioni e l'efficienza.
A tale proposito, Mazda ha ripensato anche la guida secondo la filosofia umano-centrica su cui sono improntati tutti i suoi nuovi progetti: persino la soluzione del monopedale con cui gestire accelerazione, rilascio e relativo recupero energetico, che oggi sembra andare per la maggiore, viene reinterpretata cercando di regalare al conducente una postura e gesti più naturali e rendere la guida più istintiva ed ergonomica.
Certo, non sarà facile convincere un pubblico oggi ossessionato dall'idea di un'autonomia sempre maggiore ad “accontentarsi” di un compromesso, per quanto equilibrato. Quella della nuova EV non è dichiarata, ufficiosamente si parla di circa 200 km (poco più di metà di quelli promessi da Peugeot e-208 e Opel Corsa-e, per fare un esempio), mentre tra i dati già noti ci sono la potenza di 105 kW , la coppia di 265 Nm e un sistema di ricarica standard in corrente alternata da 6,6 kW.
Dall'elettrico all'ibrido
Questa concept, anteprima molto vicina al definitivo modello di serie, rappresenta il primo tassello del piano di elettrificazione di Mazda in cui l'elettrico puro è sia l'obiettivo finale sia la tappa intermedia: anche secondo Mazda, infatti, la EV deve passare per l'ibrido classico o plug-in che nel suo caso sarà realizzato partendo da questa base, e sarà affiancato da altre soluzioni come il ”range extender”, l'elettrico ad autonomia estesa.
Tutte queste varianti avranno come elemento comune il ritorno di un vecchio cavallo di battagli di Mazda, il motore rotativo Wankel, le cui caratteristiche (tra cui compattezza, possibilità di regimi elevati e continuità di erogazione) si prestano a molteplici applicazioni permettendo di ottenere i vari tipi di ibrido o il REx semplicemente cambiando dimensioni e prestazioni di motori e batterie ma con una piattaforma comune, predisposta per accogliere carburanti alternativi come metano e Gpl e anche l'idrogeno.