La canzone è già sentita: l'auto elettrica fa gola a tanti ma fino a che non si innalzeranno le autonomie e non si faciliterà la possibilità di ricarica, resterà per pochi. Ebbene, siamo sicuri che questi due aspetti della mobilità a zero emissioni rappresentino ancora un problema? Stando a quanto rilevato da Jaguar, la situazione è meno complessa di quanto si creda.
35.000 tragitti monitorati
La Casa inglese, infatti, ha analizzato i dati provenienti dall'app Go, realizzata per i possessori di una I-Pace. L'app, che è stata realizzata per aiutare i proprietari del SUV elettrico a calcolare i vantaggi derivanti dal possesso di una vettura a zero emissioni e a ottimizzare tragitti e percorsi per massimizzare velocità degli spostamenti e gestione delle batterie, ha permesso ai tecnici del brand di Coventry di fotografare lo scenario legato all'utilizzo proprio dell'I-Pace.
Ebbene, dopo aver monitorato 35.000 tragitti ha scoperto che le percorrenze medie settimanali di un possessore di I-Pace non superano i 345 km. La media giornaliera si è attestata a 14 km totali. Ma il SUV britannico ha un'autonomia di 480 km. Il che significa che con una ricarica a settimana si può stare più che tranquilli. Anche se ogni tanto si deve allungare il tragitto.
Due ricariche per tutti
Guardando i dati, Jaguar ha notato che in effetti, più della metà dei possessori di una I-Pace (il 54% ad esser precisi) può utilizzare la propria auto con una sola ricarica a settimana. Con due ricariche ogni sette giorni, invece, addirittura l'85% dei proprietari copre il proprio chilometraggio settimanale.
Ora, è vero che l'auto in questione, oltre ad essere fuori dalla portata delle masse, ha anche autonomie superiori alla media, ma è altrettanto corrispondente a verità affermare che, programmando le ricariche - lo si può fare anche attraverso la già citata app - nella maggior parte dei casi (e delle situazioni) possedere un'auto elettrica sta diventando equivalente a possederne una ad alimentazione tradizionale.