Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) è arrivato alla Camera per il primo via libera del Parlamento. Saranno poco più di 222 i miliardi di euro che il Governo Draghi dovrà gestire nell’era post-Covid. “Rivoluzione verde e Transizione ecologica” avranno un ruolo fondamentale, con un investimento pari quasi a un terzo del totale: 68,9 miliardi di euro.

L'idrogeno trova ampio spazio nell'ultima versione del testo, anche sul versante trasporti. Vediamo nel dettaglio cosa dice in proposito il Recovery plan, che punta entro il 2030 a sviluppare il mercato dell'idrogeno con l'installazione di circa 5 GW di capacità di elettrolisi e altre tecnologie.

L’idrogeno in strada

Nella visione dell’Esecutivo, la lotta alla CO2 non può più aspettare e l'idrogeno è visto come un elemento chiave su cui fare leva per la decarbonizzazione. Anche per il trasporto a lungo raggio su gomma, che vede i camion responsabili da soli del 5-10% delle emissioni totali di anidride carbonica del settore trasporti.

L’obiettivo di Palazzo Chigi è incrementare l’uso degli autocarri a idrogeno fino al 5-7% del mercato entro il 2030. Come? Dando vita innanzitutto a 40 stazioni di rifornimento, da installare soprattutto lungo i corridoi più attraversati dai camion a lunga percorrenza.

Un treno da non perdere

I tempi, si sottolinea nel Pnrr, sono maturi anche per svecchiare il trasporto su rotaia. In Italia, il 10% dei treni è ancora alimentato a diesel e non esistono stazioni di rifornimento a idrogeno.

In attesa dell’Hydrogen Valley italiana, il testo prevede la conversione delle linee non elettrificate nelle Regioni più trafficate, come Lombardia, Puglia, Sicilia, Abruzzo Calabria, Umbria e Basilicata. Ad avere una seconda vita, saranno 9 stazioni di 6 linee ferroviarie. In più, l’idea è quella di produrre H2 verde direttamente vicino ai punti di rifornimento, attraverso lo sviluppo dei sistemi di produzione, stoccaggio e distribuzione.

Pieno idrogeno

Ricerca e sviluppo

E parte proprio da produzione, stoccaggio e distribuzione il paragrafo del Pnrr dedicato alla ricerca e allo sviluppo dell'idrogeno. Nel dettaglio, il Governo ha fissato quattro principali filoni su cui investire:

  • produzione di idrogeno verde
  • sviluppo di tecnologie per stoccaggio e trasporto idrogeno e per trasformazione in altri derivati e combustibili verdi
  • sviluppo di celle a combustibile
  • miglioramento della resilienza delle attuali infrastrutture in caso di maggiore diffusione dell’idrogeno.

“L’obiettivo del progetto – dice il testo – è di sviluppare un vero network sull’idrogeno per testare diverse tecnologie e strategie operative, nonché fornire servizi di ricerca e sviluppo e ingegneria per gli attori industriali che necessitano di una convalida su larga scala dei loro prodotti”.

Meno tasse e più semplificazione

Per dare una spinta all'idrogeno come vettore energetico per la decarbonizzazione, la burocrazia per l'Esecutivo non dovrà essere un intralcio. Verrà quindi creato uno sportello unico per la concessione delle autorizzazioni a costruire e gestire piccoli impianti di produzione.

Ma la semplificazione non dovrà fare tutto da sola, perché anche la riduzione delle tasse avrà la propria parte: la creazione di queste realtà verrà infatti sostenuta da incentivi fiscali.

Difficile, non impossibile

Ultimo, ma non meno importante, il capitolo dedicato alle attività cosiddette hard-to-abate, come la produzione di acciaio, cemento, vetro e carta. Sono settori definiti ad “alta intensità energetica e privi di opzioni di elettrificazione scalabili”. Lo sviluppo dell’idrogeno è perciò identificata come l’unica via da seguire per la loro decarbonizzazione.

Il Governo ci crede molto e nel Pnrr considera l'hard-to-abate “uno dei settori più promettenti per iniziare a utilizzare l'H2 verde e sviluppare il mercato”. Un esempio di questo tipo di impianti? L'Ilva, per il quale di recente qualcuno ha auspicato anche un intervento addirittura di Mr. Elon Musk. In totale, il Pnrr prevede sull’idrogeno un investimento di quasi 3,2 miliardi di euro.

  • Semplificazione amministrativa e riduzione degli ostacoli normativi alla diffusione dell’idrogeno: 0 €
  • Misure volte a promuovere la competitività dell’idrogeno: 0 €
  • Produzione in aree industriali dismesse: 0,5 mld €
  • Utilizzo dell’idrogeno in settori hard-to-abate: 2 mld €
  • Stazioni di ricarica di idrogeno per il trasporto stradale: 0,23 mld €
  • Sperimentazione dell’idrogeno per il trasporto ferroviario: 0,3 mld €
  • Ricerca e sviluppo sull’idrogeno: 0,16 mld €