Una rete di circa 40.000 chilometri per il trasporto dell’idrogeno in Europa entro il 2040. È lo scenario immaginato dai Tso europei - ossia gli operatori delle reti gas - nel progetto “Extending the European Hydrogen Backbone”, che mira a dare un’altra spinta alla decarbonizzazione.
Questa gigantesca infrastruttura verrebbe creata sfruttando i gasdotti esistenti, che rappresenterebbero il 69% di questa futura dorsale europea dell'idrogeno. Il restante 31% verrebbe invece costruito da zero per collegare i Paesi che ora sono più isolati. L’investimento per un piano tanto ambizioso sarebbe tra i 43 e gli 81 miliardi di euro.
La dorsale europea
L’iniziativa coinvolge 23 Tso di 21 Paesi europei, tra cui l’italiana Snam, che sta già sperimentando il trasporto dell'idrogeno nelle reti gas con risultati che al momento la società di certificazione Rina ha definito "positivi".
Il rapporto sostiene che il costo medio del trasporto ogni 1.000 chilometri sarà compreso tra gli 11 e i 21 centesimi per chilogrammo di idrogeno. Nel frattempo, lato produzione, vale ricordare che l'Unione europea si è già impegnata con il progetto Prometeo, rivolto ad abbattere i costi della produzione dell'idrogeno "verde", ossia quello prodotto esclusivamente da fonti rinnovabili.
Un progetto ambizioso
“Usare l’infrastruttura già esistente per il gas e creare questa dorsale dell’idrogeno è tecnicamente possibile ed economicamente fattibile”, commenta Daniel Muthmann, coordinatore del progetto e capo dello sviluppo aziendale, della strategia, della politica e della comunicazione di Open Grid Europe (OGE), operatore di rete della Germania.
“Il piano - ha continuato Muthmann - aiuterà a integrare grandi quantità di energia rinnovabile e crea le basi per un mercato transfrontaliero dell’idrogeno rinnovabile e a basse emissioni di carbonio”.