Con i suoi oltre 33 mila chilometri di lunghezza, la rete del gas in Italia è la più estesa d’Europa. Sfruttarla per trasportare anche l’idrogeno potrebbe essere secondo alcuni una delle prossime frontiere per la decarbonizzazione dello Stivale. E i primi esperimenti in questa direzione “hanno dato finora esito positivo”, come dice Ugo Salerno, Ceo della società di certificazione Rina. 

La sua azienda, infatti, sta verificando e certificando la compatibilità delle reti del gas di Snam con il trasporto di idrogeno e pare che i primi risultati siano stati incoraggianti.

L'idrogeno in Italia

L’idea nasce dal fatto che, rimarca Rina, per la loro natura intermittente le energie rinnovabili hanno bisogno di essere stoccate. Oltre alle batterie, per farlo potrebbe quindi essere utile anche usare un vettore come l’idrogeno, che non sempre però può essere prodotto dove serve. Rina e Snam pensano che possa essere possibile in questo senso usare le tubature già utilizzate per il gas per movimentarlo.

La società di certificazione ricorda che esistono degli standard internazionali riguardo alla compatibilità tra le condutture del gas e l'idrogeno. Rina dovrà quindi continuare a fare analisi e prove per verificare nella pratica questa possibilità in Italia, posto che la molecola dell'idrogeno è molto difficile da tenere segregata.

Pieno idrogeno

In ogni caso, la nuova iniziativa dimostra ancora una volta l'attenzione che c'è in Italia verso il tema: da una parte il dibattito nell'industria, dall'altra il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, che ha sostenuto apertamente l'intenzione di procedere anche in questa direzione.

“Una grande opportunità”

Salerno intanto è ottimista sui prossimi test: “I nuovi vettori di energia come l’idrogeno saranno fondamentali per la decarbonizzazione. Il trasporto di questi vettori sarà possibile utilizzando le reti esistenti. Per l’Italia si tratta di una grande opportunità, visto che possiede la più estesa infrastruttura gas d’Europa”.

Ma c'è ancora del lavoro da fare: “Le attività congiunte - continua - includono anche prove in laboratorio, che hanno dato finora esito positivo, e si proseguirà con ulteriori test complessi a pressioni elevate”.