L’obiettivo di Be Charge è allargare la sua attuale rete di 5.029 colonnine, di cui 3.633 già attive, per arrivare a quota 30.000. E i primi sei mesi di quest’anno hanno dato una grossa mano, visto che sono stati quasi 1.700 i punti di ricarica che si sono aggiunti al network.

Precisamente 1.694 in 846 stazioni. La maggior parte delle new entry si trova in Emilia Romagna, che ha visto spuntare 352 nuove colonnine tra le sue strade. Seguono, nella "classifica" tra le Regioni, la Lombardia (264), il Veneto (242) e il Piemonte (174).

Regioni e province

I numeri più bassi sono invece il 18 di Umbria e Sardegna e il 2 del Trentino Alto-Adige. Non sono raggiunte da nuove colonnine Be Charge la Basilicata, la Calabria e il Molise. Regina fra le province è Rimini, con 111 colonnine. Si piazzano poi Aosta (88), Torino (80), Rovigo (78) e Milano (70). A chiudere la graduatoria con 2 nuovi punti di ricarica sono invece Lodi, Nuoro, Pistoia, Trento e anche Brindisi, che nel frattempo è stata raggiunta pure dai Supercharger di Tesla.

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Investimenti e Fer

“Puntiamo a 30.000 punti di ricarica installati entro i prossimi 3-5 anni in Italia – ha ribadito Paolo Martini, Ceo di Be Charge – e investiremo oltre 150 milioni di euro”. Numeri importanti, perché si accompagnano a quelli dei veicoli alla spina in strada stimati dalla società per la fine del decennio: tra i 5 e gli 8 milioni, come indica anche il Piano energia-clima italiano, peraltro ora in corso di aggiornamento.

Per rifornire le auto elettriche e plug-in italiane “serviranno non meno di 45.000 stazioni di ricarica”, ha continuato Martini, che ha fatto anche una promessa: l’energia per alimentare i caricatori di Be Charge sarà “prodotta al 100% da fonti rinnovabili”.

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