Non esiste un’unica soluzione ai problemi. La risposta più giusta è sempre il mix di tecnologie. È stato questo il leitmotiv dell’evento “E-mobility: le sfide del settore per una ricarica elettrica di prossimità”, in cui si è parlato dei sistemi off-grid e di quanto questi meritino le stesse attenzioni riservate all’on-grid.

Qual è la differenza tra le due tecnologie? L’on-grid si basa sul rifornimento dell’auto attraverso il collegamento diretto alla rete elettrica. In pratica usando le colonnine o le wallbox domestiche. La tecnologia off-grid prevede invece il passaggio attraverso un altro dispositivo, come un e-van per la ricarica on-demand. Ma anche qui, i furgoncini non sono le uniche soluzioni.

E-van e non solo

Accanto troviamo anche le stazioni mobili, i sistemi di accumulo con fonti di energia rinnovabile, il battery swap e i robot. Sui pregi e i difetti di queste soluzioni si è concentrato uno studio del Politecnico di Milano presentato durante l’evento da Vittorio Chiesa, direttore scientifico del gruppo di ricerca Energy & Strategy.

Tempi di ricarica brevi, flessibilità, capacità di raggiungere i veicoli ovunque si trovino e non occupazione del suolo pubblico rendono secondo l'analisi gli e-van una delle soluzioni più promettenti per il futuro, nonostante le possibili difficoltà a raggiungere luoghi difficilmente accessibili o veicoli parcheggiati male.

Promosse anche le stazioni di ricarica mobile, dati i costi limitati che presentano e la capacità di arrivare in soccorso di chiunque abbia bisogno di elettroni. I problemi? Gli stessi dei furgoncini. Meno strutturate invece le altre soluzioni, compreso il battery-swap, che presenta soprattutto in Europa enormi difficoltà di standardizzazione delle batterie. Oltre alla complessità delle strutture in gradi di scambiare le batterie cariche con quelle scariche (in questo video potete vedere come funzionano quelle di Nio in Cina).

Il giusto mix

Dopo la presentazione, tutti i partecipanti all’evento sono d’accordo: bisogna credere anche nell'off-grid. “Tutti devono fare la loro parte – dichiara Gaetano Thorel, responsabile di Stellantis per i marchi Fiat e Abarth –. Io sono convinto che non c’è una questione di competizione”, perché la transizione ha bisogno di tutte le proposte.

Ricarica on demand, come funziona il servizio E-Gap

“La colonnina in mezzo alla strada – continua – non è l’unica soluzione, perché spesso l’automobile rimane parcheggiata per poco tempo”, quindi “le soluzioni off-grid sono complementari. Noi con la 500 stiamo facendo un test a Roma e Milano insieme a E-Gap. Avere la possibilità di ricaricare on-demand, addirittura senza scendere da casa e sbloccando lo sportellino con un’app, sono elementi che il consumatore non conosce, ma che aiutano per il passaggio mentale all’elettrico”.

Partire dalla cultura

Quello culturale è infatti un altro problema che attraversa l’Italia. La cosiddetta “sindrome Nimby” (Not in my back yard/Non nel mio cortile ) e la denuncia arriva da Federico Testa, di Acea: “Noi siamo passati dalla situazione delle centrali nucleari, quando tutti volevano l’energia elettrica ma non l’impianto per produrla, a quella delle centrali a carbone. Adesso ogni tanto si fanno problemi anche sull’eolico o il fotovoltaico” e “sulle colonnine, soprattutto nei grandi centri”.

Testa spiega che “tutti vogliono dei punti di ricarica, perché in città sono in pochi ad avere la possibilità di ricaricare nella propria abitazione, ma nessuno vuole le colonnine sotto casa”. Il motivo? “A volte potrebbero rendere poco accessibile il marciapiede. Quindi culturalmente dobbiamo fare molto”.

Pericolo picchi?

Tornando alla tecnologia off-grid, il nuovo segretario di Motus-E, Francesco Naso, concorda sulla sua utilità, soprattutto nella prospettiva del 2030, quando circoleranno più vetture elettriche “ci sarà una fame enorme di flessibilità” per la ricarica.

Quindi “i sistemi di rifornimento saranno sempre più misti” e “il disaccoppiamento temporale avrà un ruolo importante proprio per il tema della flessibilità”. Della stessa idea è Stefano Saglia, membro del Collegio di Arera, che spiega come eventuali problemi alla rete potranno dipendere principalmente dai picchi. Poi dà la soluzione.

“Noi pensiamo che si debbano spostare i consumi nelle ore notturne e nei momenti di minor picco”, ha dichiarato in collegamento. Come si fa? Incentivando “il consumatore a usare la rete negli orari notturni e nelle aree di sosta o dove non c’è bisogno di ricaricare velocemente, perché la macchina sta ferma tante ore. Pensiamo ad esempio ai parcheggi degli uffici”. Puntare sulla tecnologia off-grid aiuterà a la rete a gestire l’elettricità.

Servono incentivi

Alla fine di tutto, cosa fare per aiutare questa tecnologia? L’appello arriva da Eugenio de Blasio, presidente e fondatore di E-Gap: “Quello che noi chiediamo, visto che questa è un’innovazione italiana e brevettata in tutto il mondo, è una par condicio in termini di incentivazioni, contributi e finanziamenti che verranno dal Pnrr e quant’altro”, perché “un punto di ricarica, che sia fisso o mobile, ha la stessa dignità”.

Su questo discorso, il senatore Salvatore Margiotta ammette che tutti i fondi sono stati destinati all’on-grid, ma promette che la politica farà di più per rispettare il principio di neutralità tecnologica. E a lui si accoda la collega Maria Alessandra Gallone.

Come funziona E-Gap