Lo sviluppo dell’infrastruttura di ricarica in Italia si muove verso il completamento della Fase 1, quella che riguarda la prima installazione di massa delle colonnine, ma gli operatori sono già proiettati alla Fase 2, con il salto di qualità delle ricariche ultra fast.

Se n’è parlato durante “Le infrastrutture di ricarica, oggi”, webinar organizzato da Motus-E per fare il punto della situazione e approfondire le strategie messe in campo in vista dei prossimi anni. Maggiore capillarità e potenza, sviluppo della rete al Sud e riduzione dei costi i temi al centro del dibattito.

Il nodo del garage

A cosa servono colonnine pubbliche più veloci? Non solo per una questione di "comodità", ma anche di "logistica". L’ha spiegato bene Massimo Leonardo, direttore di PwC Strategy&: “La ricarica privata rimarrà una parte importante della soluzione complessiva, ma al tempo stesso c’è un punto fondamentale, cioè che neanche il 50% dei cittadini potrà accedervi, semplicemente perché non ha la disponibilità di un garage”

Secondo Leonardo non si deve quindi pensare che “le alte potenze siano un affare soltanto per le autostrade”. Gli high power charger “servono anche in aree urbane e ad alta densità, dove ci sono pochi garage e dove molte persone parcheggiano in strada”. Gli hpc pongono però “delle sfide dal punto di vista tecnologico”, quindi ci si aspetta che “il Pnrr ne acceleri l’installazione”.

Be Charge: continua il piano di sviluppo della rete di colonnine

A tutta potenza

Proprio nei giorni scorsi abbiamo visto nascere la joint venture tra Enel X e Volkswagen, che vuole dare una svolta alle ricariche fast in Italia. E su questo trend per l’alta potenza è allineato anche Roberto Colicchio, Head of Business Development per Be Charge: “Il tema è fondamentale. Noi stiamo installando le colonnine, sia in ambito urbano che extraurbano, e il nostro obiettivo è averne circa 3.500 di tipo fast, quindi con il doppio dei punti di ricarica, nel 2030. La metà saranno ad alta potenza, che per noi significa superiore a 150 kW”.

Una cosa che però rallenta spesso i progetti è la burocrazia. Per fortuna “la lotta quotidiana avuta fino a un anno e mezzo fa con i Comuni e i distributori è molto migliorata negli ultimi tempi. Il tema culturale è quello che forse è più mancato negli anni tra gli stakeholder. Spesso negli interlocutori trovavamo una mancanza d’informazione, ma anche grazie a spinte normative riusciamo ora ad avere una maggiore collaborazione”.

Colicchio ha sottolineato che, con questo nuovo tipo di dialogo, “i risultati si sono visti, perché le infrastrutture sono quasi triplicate negli ultimi due anni”, e ha richiamato i dati elaborati da Giovanni Matranga, responsabile organizzazione e formazione di Motus-E, sul numero delle colonnine in Italia e sulla loro distribuzione.

Anche nelle Isole

Anche Federico Caleno si è sbilanciato nel rivelare i piani della sua società, Enel X, di cui è Head of eMobility in Italia: “Il nostro focus, a partire da quest’anno, è proprio la realizzazione delle infrastrutture di ricarica ad alta potenza, quindi avere siti con 4-8 punti di ricarica che andranno da 150 a 300 kW di potenza. In questo momento, in Italia, ne abbiamo attivi già 8 che gestiamo direttamente, da aggiungere ai 6 realizzati per Ionity e ai 2 installati sulle autostrade per FreeToX. Il piano per il 2021 è estremamente ambizioso, perché realizzeremo 126 siti, per arrivare a 780 nel 2025 con 3.000 punti di ricarica totali”.

Una realtà, quella delle colonnine veloci, che finalmente comincia a toccare il Paese a tutte le latitudini: “La differenza tra le Regioni è una situazione su cui gli operatori stanno lavorando e noi abbiamo indirizzato dei piani di infrastrutturazione importanti nelle Isole. In Sardegna abbiamo in programma l’installazione di più di 600 punti di ricarica in 2 anni, mentre in Sicilia installeremo 320 infrastrutture, di cui una buona percentuale sarà fast”.

Enel X Corso Francia Chargin Station

Connesso ed economico

“Un altro punto su cui stiamo lavorando con Be Charge – ha continuato Caleno – è creare una rete di infrastrutture connesse e interoperabili fra di loro. Adesso con Roberto Colicchio avvieremo quest’integrazione operativa, così tutti i punti di ricarica saranno a disposizione dei clienti, che con un unico strumento contrattuale potranno utilizzare l’intero asset”.

La parola, poi, torna proprio al rappresentate di Be Charge per parlare dei prezzi delle ricariche. Partendo da una premessa sul funzionamento del mercato, che all’operatore dà “un ruolo limitato” nella scelta delle tariffe, Colicchio ha spiegato che “c’è un’interlocuzione come Motus-E, sia col Governo che con l’Autorità per l’energia, per cercare di abbassare i prezzi a monte, in modo tale che anche quelli a valle diminuiscano”. Un altro suggerimento per risparmiare lo dà Francesco Naso, Segretario generale di Motus-E: “Una delle vie sono le offerte integrate e gli abbonamenti”.