Il Parlamento Usa sta finendo di definire il disegno di legge sui finanziamenti da elargire a chi implementerà la rete di colonnine di ricarica sul territorio nazionale. La conditio sine qua non, però, è chiarissima: bisognerà fornire energia a tutti i veicoli elettrici e non solo ai propri.

Ed ecco che la recente decisione di Tesla di aprire a tutti i suoi Supercharger può essere vista ora sotto una luce diversa. Che fa capire ancora una volta che scaltro imprenditore sia Elon Musk. Il Governo Usa è pronto a mettere sul piatto la bellezza di 7,5 miliardi di dollari per le infrastrutture di ricarica e la Casa di Palo Alto può fare la sua parte, anche per beneficiare delle enormi somme in ballo.

Il vantaggio Tesla

Elon Musk sostiene che questa mossa sarebbe dettata dalla volontà disinteressata di “supportare l’avvento dell’energia sostenibile, e non di creare un’opportunità per bastonare i nostri competitors”. Ciò detto, è comunque innegabile che gli introiti che Tesla ricaverebbe da un’estensione della fruizione dei Supercharger sono alti. Molto alti come ha svelato questo studio di Goldman Sachs. Se a questo si aggiungono le opportunità dei fondi pubblici Usa, ecco che l'operazione può essere una gallina dalle uova d'oro.

Goldman Sachs aveva stimato che l’azienda di Musk guadagnerebbe 25 miliardi di dollari all’anno solo dalle ricariche degli automobilisti che guidano un’auto diversa da una Tesla. Questo dato tiene conto anche dell’aumento progressivo delle auto elettriche in circolazione.

Tesla Supercharger Arese

Alcune questioni tecniche

In ogni caso, Musk ha dichiarato che tutti gli automobilisti potranno comodamente ricaricare il proprio EV scaricando l’apposita app. I Supercharger europei sono già dotati di connettori CCS e presto anche tutti gli stalli Tesla americani verranno dotati di appositi adattatori.

Qualche problema in più potrebbe esserci sul lato software. Tesla, infatti, non fa parte dell’OCPP (Open Charge Point Protocol) ovvero il protocollo che consente alle colonnine di distribuire energia ad auto di qualsiasi marchio. Per ora, però, Musk pare non essere troppo preoccupato da questo problema, probabilmente proprio per via dei lavori di adattamento sulle colonnine che Tesla sta portando avanti e che potrebbe effettuare anche con degli upgrade OTA.

Tesla Supercharger V3, iniziati i lavori a Milano

Non tutti sono d'accordo

Non sorprende che questa eventualità abbia scatenato le ire di alcuni automobilisti Tesla, i quali hanno avanzato delle critiche sulla praticità del progetto.

L’argomento più diffuso insiste sul fatto che in alcuni Paesi è già frequente trovare la fila di Tesla alle stazioni di ricarica persino in aree che ne sono ben fornite; con l’estensione della ricarica a tutti gli EV queste file rischierebbero di allungarsi. Anche qui, non è difficile immaginare che possa essere messo a punto un sistema di premialità per gli automobilisti del marchio. Va considerato anche che alcuni automobilisti affermano di aver scelto Tesla proprio per l'esclusività dei Supercharger.

Un’azione globale?

L'accesso a fondi governativi per l'implementazione delle stazioni di ricarica non riguarda solo gli Stati Uniti. Tesla ha infatti dichiarato di essere in trattativa con la Contea di Vestland in Norvegia per ricevere, come negli USA, degli incentivi per la costruzione di colonnine di ricarica adatte a qualsiasi EV.

Simili operazioni avvengono anche in Svezia. Secondo il magazine Elbilen il governo svedese ha posto a Tesla le medesime condizioni di quello della Contea norvegese e di quello statunitense: le colonnine devono essere pubbliche e aperte a tutte le auto elettriche se vuole ottenere dei finanziamenti. Resta ancora da capire esattamente se l'apertura potrà riguardare in ogni caso i Supercharger di tutto il mondo, Italia inclusa. Aspettiamo (e speriamo).