Volkswagen annuncia di aver cominciato i lavori per aprire un nuovo stabilimento che produrrà batterie per auto elettriche. Questa gigafactory del colosso tedesco sorgerà a Hefei, in Cina. L'inizio della produzione è programmato per il 2023.
Il progetto verrà portato avanti da Volkswagen insieme a JAC, Casa automobilistica a forte partecipazione stradale che proprio a Heifei ha il proprio quartier generale e con cui VW porta avanti una joint venture di cui detiene la quota maggiore.
L’investimento cinese
Volkswagen ha fatto sapere che verranno investiti 140 milioni di euro nella nuova fabbrica di batterie e che serviranno principalmente per dare avvio all'attività nei primi due anni di vita. In questo lasso di tempo si prevede di sfondare il tetto dei 300.000 pacchi batteria prodotti: Volkswagen ha infatti stimato il volume produttivo dell’impianto tra le 150.000 e le 180.000 unità all’anno.
Non è un caso che l’azienda tedesca si sia rivolta in Cina per costruire questo nuovo stabilimento. Nel Paese del Dragone, infatti, le vendite di vetture a zero emissioni vanno a gonfie vele, con 7.000 vetture della famiglia ID vendute solo lo scorso mese e una previsione per quest’anno che si aggira tra le 80.000 e le 100.000 unità immatricolate.

Includendo anche le vetture con motore endotermico, le cifre di Volkswagen sono spaventose: 3,85 milioni di auto nel 2020 nonostante la pandemia. Si stima che attualmente Volkswagen effettui il 40% delle vendite in Cina e che da quel mercato ricavi circa la metà dei propri profitti.
Problemi risolti?
La notizia dell’apertura dello stabilimento arriva una settimana dopo le voci, pubblicate da Reuters, su presunte tensioni tra Volkswagen e i suoi partner cinesi. L’oggetto della contesa era proprio la gestione della joint venture con JAC, che temeva un’eccessiva ingerenza della Casa tedesca.
Quest’ultima era riuscita a controllare il 75% della joint venture in virtù di una recente modifica legislativa entrata in vigore in Cina la quale permette alle aziende straniere, contrariamente a quanto avveniva prima, di possedere quote importanti dei gruppi fondati sul territorio nazionale.