Roberto Cingolani torna a parlare del nucleare. E, questa volta, non della futuristica fusione. L’argomento ha concluso la conferenza stampa andata in scena alla Cop26, dove il ministro della Transizione ecologica ha dato un suo parere sugli Smr (Small modular reactor), i piccoli reattori atomici di nuova generazione.

Si tratta una tecnologia sui cui stanno investendo Stati Uniti, Giappone e, più vicini a noi, Regno Unito, Francia e Romania. Cingolani non esclude dunque che, un giorno, la discussione sull’argomento possa aprirsi anche in Italia.

“Come il petrolio in Texas”

Il nucleare, ha fatto capire il ministro, sembra una possibilità da non escludere, nonostante il nostro sia “tra i Paesi più soleggiati in Europa”, dove la luce ha lo stesso potenziale del “petrolio per il Texas” e ci dà “l’ambizione di essere autosufficienti in altro modo”. Ma gli studi, secondo Cingolani, non vanno fermati, perché è proprio da qui che spesso “escono le soluzioni ai problemi”.

Un esempio? I pannelli fotovoltaici, “nati per alimentare i satelliti artificiali”, in un’epoca in cui “nessuno pensava che ci avrebbero salvati dalla crisi climatica”. E, poi, non bisogna dimenticarsi che, “in un futuro rispettoso della neutralità tecnologica, ci siano tante possibilità di produrre energia verde”.

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Aspettiamo l’Ue e qualche anno

Cosa manca, però, prima di pensare seriamente agli Smr? La “tassonomia europea, che dirà cosa è definibile come green, cioè non produce CO2, ed eventualmente fattibile”. Cingolani ha tenuto a specificare che questa operazione di definizione, ormai in dirittura d’arrivo, è svolta da soggetti terzi, “non da gente che vende qualcosa”.

“Dopodiché – ha affermato il ministro prima di concludere –, gli Stati prenderanno le loro decisioni, come ha già detto Kadri Simson, commissaria Ue per l’Energia”. In ogni caso, la questione non va affrontata adesso, perché, “se questa cosa funzionerà, sarà minimo tra 10 anni”.

L’Italia nella GEA

Le dichiarazioni di Cingolani sono arrivate a margine dell’annuncio sulla partecipazione dell’Italia alla Global Energy Alliance (GEA), un fondo da 10 miliardi di dollari con Rockfeller Foundation, Ikea Foundation, Earth Foundation di Jeff Bezos e altre istituzioni finanziarie internazionali. L’obiettivo è accelerare la transizione ecologica nei Paesi meno sviluppati. Il contributo italiano è pari a 10 milioni.

Altra iniziativa del Governo riguarda il coinvolgimento dei giovani nella lotta ai cambiamenti climatici, con la proposta di ripetere ogni anno l’esperienza fatta alla pre-Cop insieme ai ragazzi di Yoth4Climate. Il fondo a disposizione per finanziare i futuri eventi è di 3-4 milioni di euro.