Quando si parla di batterie, le criticità maggiori  he vengono sollevate sono quelle legate alla loro infiammabilità. Spesso questo è imputabile all’elettrolita liquido contenuto al loro interno.

Un gruppo di ricercatori proveniente da vari istituti di ricerca con sede in Giappone e in Germania sarebbe ora riuscito a ovviare al problema progettando una batteria agli ioni di litio con elettrolita a base di acqua che, proprio per la sua composizione chimica, limiterebbe al massimo i rischio di infiammabilità.

Green e longeve

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica statunitense Proceedings of the National Academy of Sciences, dove i ricercatori coinvolti affermano di aver trovato il modo di rendere la loro batteria anche affidabile e duratura. I primi prototipi, a quanto pare, avrebbero anche una migliore conduttività ionica e sarebbero meno impattanti sull’ambiente, oltre a essere più sicuri.

Lo studio apre una nuova via verso lo sviluppo di batterie agli ioni di litio che siano più longeve e affidabili grazie all’adozione di soluzioni elettrolitiche acquose.

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Un problema di densità

Fino a qui, tutto bellissimo. C’è però un problema. Le batterie in questione, infatti, avrebbero prestazioni inferiori rispetto a quelle tradizionali. Questo perché possono essere usate solo a voltaggi più bassi. Secondo quanto riportato dal quotidiano giapponese Asahi Shinbun, gli scienziati avrebbero realizzato una batteria in grado di reggere fino a 2.000 cicli arrivando a perdere al massimo il 30% delle proprie capacità iniziali, ma la batteria, testata ad alto voltaggio, porta a una degradazione dell’acqua che comporta un rapido calo di prestazioni.

Come se non bastasse, la sua densità energetica è circa la metà rispetto a una batteria tradizionale e questo comporterebbe allo stato attuale la necessità di realizzare accumulatori di grosse dimensioni: un enorme limite in questa fase di sviluppo per certi campi di applicazione come quello automotive.

Gli scienziati, però, pensano che possa essere perfetta per grossi sistemi di accumulo legati a impianti fotovoltaici o eolici e per questo spingono affinché dal prototipo si arrivi a un modello di serie che possa essere commercializzato entro tre anni.