Roberto Cingolani la definisce una “tempesta perfetta” quella che si sta scatenando in Italia e in Europa, dove è in corso la battaglia contro il caro energia scoppiato in tutto il mondo durante la ripresa dalla pandemia, frutto a sua volta dell’aumento dei prezzi delle materie prime.

Come spiega il ministro della Transizione ecologica in un’intervista a Il Messaggero, la situazione nel Vecchio Continente si fa però più grave per colpa delle tensioni politiche tra la Russia e la vicina Ucraina, che ha portato il costo del gas a livelli record.

Cosa sta succedendo

“È indubbio che si è in una situazione difficile – è il giudizio del titolare del Mite –. Il North Stream 2, il gasdotto che collega la Russia alla Germania bypassando l’Ucraina, dovrebbe stabilizzare in basso il prezzo del gas. Ma la crisi tra Russia e Ucraina, con gli Stati Uniti che stanno frenando Berlino, impatta pesantemente sui costi. Una specie di tempesta perfetta”.

In questa situazione il problema dell’Italia è che “ha un energy-mix davvero povero e ora paga le scelte sbagliate del passato. Abbiamo fatto una politica implosiva: nel 2000 producevamo 20 miliardi di metri cubi di gas, oggi ne produciamo solo 4,5, a fronte di un consumo pari a 72 miliardi di metri cubi. Importiamo tutto e quindi siamo vulnerabili”.

Car driving towards wind turbines at sunset

Le soluzioni

Cosa fare per risolvere? Se la soluzione in prospettiva è “potenziare le rinnovabili il più rapidamente possibile”, Cingolani ricorda che un’operazione del genere “non si fa in due anni”, quindi “dobbiamo muoverci anche in altre direzioni, come quella di aumentare la produzione di gas nazionale con giacimenti già aperti”.

Quanto migliorerebbe la situazione? “Potremmo aumentare di una quantità non esagerata. Magari raddoppiare i 4 miliardi di metri cubi attuali”, che “rimane sempre una percentuale piccolina sui 72 che consumiamo”.

Si tratta tra l’altro di interventi non definitivi, quando invece potrebbe servire “una terapia da cavallo”. E qui entra in gioco l’Unione europea, che “si sta muovendo” per risolvere la questione a livello comunitario, perché la crisi “potrebbe durare anche nel 2023”. Cingolani assicura comunque che il Governo accelererà i procedimenti di autorizzazione delle rinnovabili.

Incentivi all’elettrificazione

Il ministro ha fatto anche un piccolo accenno all’auto elettrica, dopo l’annuncio dello stop alle vendite di benzina e diesel dal 2035, rassicurando sul fatto che “vanno messi in conto degli incentivi per la riconversione degli stabilimenti. Cambia l’intero modello di business delle auto”. Per accompagnare la transizione, il ministro Giovannini ha promesso le colonnine.