“La prospettiva è di aprire un tavolo con le organizzazioni di settore, i sindacati e le forze politiche per fare i passi in avanti necessari. La nostra speranza è che il Parlamento, in particolare il Senato, nella discussione della legge sulla Concorrenza valutino le proposte avanzate dal Ministero per una legge delega su queste tematiche”.

Parola di Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, che tenta la strada dell’unione di forze per rilanciare il trasporto pubblico italiano. Il titolare del Mims ha lanciato l’idea commentando il rapporto “Verso un nuovo modello di mobilità locale sostenibile”, realizzato dallo stesso Ministero e presentato oggi. Il report mette sul tavolo una serie di proposte per migliorare il Tpl e spingere i cittadini a muoversi in modo più sostenibile.

Chiamata a raccolta

Anche il Governo si muove quindi nella direzione spesso invocata dai player della mobilità: quella di fare squadra. Un passo necessario, perché il quadro dipinto dalle pagine dell’analisi, come riconosce Giovannini, dimostra che “il nostro Paese è in ritardo rispetto ad altri Stati europei”.

Le soluzioni? Oltre ad annunciare il faccia a faccia, il ministro promette una mappatura del territorio, che terrà conto delle raccomandazioni contenute nel rapporto. L’obiettivo, tra gli altri, è di decidere a cosa destinare una parte del “Fondo mobilità sostenibile” previsto nell’ultima legge di Bilancio.

I sistemi di accumulo di energia realizzati con le batterie degli autobus elettrici Mercedes eCitaro

E poi, ovviamente, ci sono i risultati del report a fare da stella polare per le prossime mosse dell’esecutivo e degli enti locali: dai Comuni alle Regioni, passando per le Province. Ma cosa dice l’analisi?

Dagli incentivi al mobility manager

Prima di tutto, parte dalla considerazione che in molte zone d’Italia, soprattutto al Centro-Sud, i collegamenti sono pochi e spesso serviti con mezzi di trasporto obsoleti. Anche la scarsa digitalizzazione disincentiva però l’uso della mobilità locale. Ecco perché lo studio riporta una lunga lista di strumenti consigliati. In particolare:

  • incentivi (monetari e non) per favorire gli spostamenti su Tpl e altre forme di mobilità sostenibile
  • disincentivi (monetari e non) all’utilizzo dell’auto privata
  • campagne di sensibilizzazione sulle tematiche ambientali
  • strumenti di pianificazione per ridurre il traffico
  • finanziamenti al Tpl
  • investimenti infrastrutturali (tram, metropolitane e ferrovie urbane)
  • intermodalità
  • nuove ciclovie e percorsi ciclopedonali
  • sostituzione dei mezzi più inquinanti con quelli elettrici o a idrogeno
  • integrazione dei servizi di mobilità con strumenti digitali
  • miglioramento della regolamentazione
  • rafforzamento degli strumenti del mobility manager

Alla fine, i target sono di aumentare del 10% la mobilità alternativa, ridurre l’auto privata e il traffico, dimezzare le differenze territoriali, sostituire gli autobus con classe ambientale inferiore a Euro 5, abbassare le emissioni e diffondere l’approccio Mobility as a Service (MaaS).