Per i piani sulle colonnine in autostrada bisogna ancora aspettare. Almeno fino al 28 ottobre, sperando che poi non ci siano altri ritardi. È questa la nuova deadline che si è data l’Autorità di regolazione dei Trasporti (ART) dopo aver indetto una consultazione pubblica, da chiudere precedentemente entro il 31 maggio, con l’obiettivo di indicare ai concessionari autostradali gli schemi da seguire prima di indire i bandi - tra le altre cose - per l'installazione delle colonnine.

E invece niente da fare, perché “la numerosità e la complessità dei contributi ricevuti”, ma anche le “rilevanti finalità del procedimento”, fanno sì che “la tempistica complessivamente necessaria per la conclusione del procedimento non risulti compatibile con il termine del 31 maggio 2022”. Lo scrive la stessa Authority. Ma cosa sta succedendo? Vediamo con ordine.

Un po’ di storia

Riportiamo indietro le lancette dell’orologio di qualche anno. Era il 2016 quando il decreto legislativo 257, il D.lgs Dafi, cercava di attuare la direttiva europea sulle infrastrutture per i carburanti alternativi, chiedendo anche “un numero adeguato di punti di ricarica” sulla grande viabilità.

Una norma che in questo preciso aspetto appare largamente disattesa. Perciò, alla fine del 2020, la legge di Bilancio 2021 aveva provato a mettere una pezza, stabilendo che “i concessionari autostradali provvedono a dotare le tratte di propria competenza di punti di ricarica di potenza elevata”.

UK motorway highway night view

Per rispettare quest’obbligo serve però che qualcuno detti le regole del gioco. E qui entra in scena l’Autorità di regolazione dei Trasporti: suo il compito di fissare gli schemi che i concessionari dovranno seguire per scrivere i bandi a cui parteciperanno i player della ricarica.

A questo punto, manca solo un passaggio: l’Authority, per portare a termine la sua missione, ha bisogno dei pareri degli attori del settore. Ecco perché aveva avviato una consultazione pubblica, che dava agli operatori tempo fino al 24 gennaio per presentare i propri contributi.

Rinvii su rinvii

La scadenza per predisporre gli schemi era fissata invece al 28 febbraio, termine spostato già una prima volta al 31 maggio. E ora la deadline slitta addirittura al 28 ottobre. Nel frattempo, il 1° febbraio si è svolta un’audizione in videoconferenza, “nel corso della quale detti contributi sono stati illustrati dai partecipanti alla consultazione di fronte al Consiglio dell’Autorità”.

Adesso, però, l’ART ritiene “necessario svolgere le pertinenti valutazioni sugli elementi istruttori acquisiti”. E chissà che non si perda poi altro tempo. Intanto gli automobilisti aspettano.