È un uno-due clamoroso quello messo a segno nella ultime ore in Parlamento per le auto elettriche. Accanto al nuovo maxi incentivo per i redditi più bassi pari al 40% del prezzo di acquisto della vettura, infatti, la commissione Bilancio della Camera ha dato il primo via libera all’ingresso nella Manovra di un'altra misura straordinariamente importante, legata in questo caso alla diffusione delle colonnine di ricarica in autostrada.
L'intervento, che avevamo anticipato nelle scorse settimane, ha un obiettivo molto preciso: scardinare uno dei maggiori colli di bottiglia che c’è stato finora in Italia per l’utilizzo sulla grande viabilità delle auto a batteria. Vediamo come.
Come la benzina
L’emendamento, anche stavolta a prima firma del deputato M5S Giuseppe Chiazzese, punta a dare maggiore concretezza agli obblighi già previsti - ma ampiamente disattesi - della direttiva europea Dafi, che mira a tendere ad avere almeno un punto di ricarica ogni 50-60 km.

“Tutti i concessionari autostradali provvedono a dotare le tratte di propria competenza di punti di ricarica di potenza elevata”, si legge nel testo approvato, “garantendo che le infrastrutture messe a disposizione consentano agli utilizzatori tempi di attesa per l’accesso al servizio non superiori a quelli offerti agli utilizzatori di veicoli a combustione interna”. Già, ma come si potrà arrivare a questo risultato? Con una stretta inedita nel nostro Paese.
La stretta sui concessionari
Entro 60 giorni dall’entrata in vigore della Legge di Bilancio, infatti, i concessionari dovranno provvedere a “pubblicare le caratteristiche tecniche minime delle soluzioni per la ricarica di veicoli elettrici da installare”, e, “nel caso in cui entro 180 giorni non provvedano a dotarsi di un numero adeguato di punti di ricarica”, saranno costretti a consentire “a chiunque ne faccia richiesta” di “candidarsi all’installazione delle infrastrutture all’interno delle tratte di propria competenza”.

In questo caso, il concessionario autostradale “sarà tenuto a pubblicare, entro 30 giorni dalla ricezione della richiesta, una manifestazione di interesse volta a selezionare l’operatore sulla base delle caratteristiche tecniche della soluzione proposta, delle condizioni commerciali che valorizzino l’efficienza, la qualità e la varietà dei servizi”, nonché “dei modelli contrattuali idonei ad assicurare la competitività dell’offerta in termini di qualità e disponibilità dei servizi”.
No ai contenziosi
“Superiamo finalmente una situazione di stallo senza prevedere penali, che avrebbero avuto soltanto l’effetto opposto di allungare i tempi con interminabili contenziosi”, commenta Chiazzese.
“Con questa soluzione - conclude il deputato M5S - abbiamo invece la certezza che in tempi ragionevoli i cittadini che possiedono un’auto elettrica, fortunatamente sempre di più grazie al nostro ecobonus ‘rinforzato’, potranno attraversare in tutta tranquillità anche le arterie autostradali e ricaricare l’auto o la moto in tempi rapidi”.