Non si può dire che sia tutto rose e fiori, ma le previsioni di BloombergNEF sulla crescita delle tecnologie sostenibili e sul declino dei combustibili fossili non sono affatto male. Le stime si possono leggere in due studi realizzati e pubblicati di recente dagli esperti della testata americana.
Nonostante infatti il momento di difficoltà, auto elettriche, rinnovabili e batterie continueranno a crescere, mettendo in pensione gli antenati inquinanti e climalteranti. I risultati dei report? Eccoli.
Addio benzina e diesel
Prima di tutto, gli analisti segnalano che la domanda di carburanti per vetture raggiungerà il suo picco nel 2027, quando poi comincerà la lenta discesa dei sistemi di alimentazione tradizionale, che lasceranno lo spazio ai veicoli elettrici.
Ci vorrà però una decina d’anni per vedere cambiamenti significativi, o al massimo fino al 2041. A dettare i tempi sarà soprattutto il trasporto pesante, più complicato da elettrificare, ma un altro fattore da considerare è che il cammino verso le zero emissioni sarà diverso in base alle regioni.
Mentre Europa e America procederanno a ritmo più spedito, Paesi come India e Cina continueranno a usare quantità importanti di carburanti. In ogni caso, il consumo di benzina e diesel diminuirà di 31 milioni di barili al giorno entro il 2050, con la domanda ferma a circa 20 milioni. I veicoli elettrici o a idrogeno in giro per il mondo saranno invece 2,4 miliardi.
Le Fer? Convengono ancora
Se proprio i carburanti sono protagonisti in questo periodo di un brusco aumento dei prezzi, va detto che l’inflazione non sta risparmiando neanche le rinnovabili. BNEF segnala però che i rialzi delle Fer sono inferiori rispetto alle controparti “fossili”.
Più nel dettaglio, installare un parco eolico on-shore viene oggi il 7% in più rispetto a un anno fa, mentre il solare balza del 14%. Colpa soprattutto dei materiali e dei trasporti, che portano i costi della produzione di elettricità rispettivamente a 46 dollari/MWh e 45 dollari/MWh. Carbone e gas vanno però a 74 dollari/MWh e 81 MW/h.
“Questi aumenti – spiega Amar Vasdev, una degli autori del rapporto – segnano un momento difficile per le energie rinnovabili, ma non un punto di svolta. Stimiamo un ritorno dell’andamento al ribasso, perché la domanda continua a essere forte, le pressioni sulla catena di approvvigionamento si allenteranno e la capacità di produzione, in particolare in Cina, tornerà a essere completa”.
Capitolo batterie
Anche le batterie soffrono il caro materie prime e costano 153 dollari/MWh, in crescita dell’8,4% rispetto a un anno fa. Ma niente paura: pure in questo caso si tratta di problemi legati alle contingenze, che dovrebbero essere superati nel giro di qualche tempo.
Fonte: BloombergNEF 1, BloombergNEF 2