Notizie in chiaroscuro per l’Europa dell’auto elettrica. Teatro di tutto è la Germania, dove, da un lato, Tesla va avanti con i piani per espandere Giga Berlin, mentre, dall’altro, la svedese Northvolt fa i conti con il caro-energia, che potrebbe ritardare o addirittura cancellare la costruzione dell’impianto per batterie a Heide.

Qui Tesla

È delle ultime ore l’annuncio che Musk e soci hanno dato il via al disboscamento dell’area in cui nasceranno il nuovo magazzino e lo scalo merci tedeschi. Occuperanno un totale di 100 ettari e serviranno a favorire gli scambi tra la Gigafactory e i fornitori.

A dirlo sono stati un portavoce della Casa e il ministro dell’Economia di Brandeburgo, Joerg Steinbach, che ha twittato: “Sono contento che Tesla si stia concentrando qui, è un buon segno. Il nostro Paese si sta trasformando in un hub di mobilità moderna. In qualità di più grande datore di lavoro della zona, Tesla ha svolto un ruolo decisivo”.

 

Non sappiamo però quanto dureranno i lavori. Vanno infatti considerate l’approvazione delle carte e la consultazione pubblica che seguirà. La speranza di Elon Musk è di non rivivere l’incubo che ha ritardato l’inaugurazione del suo primo stabilimento europeo.

Qui Northvolt

Spostandoci a ovest, il ceo di Northvolt, Peter Carlsson, ha invece lanciato un piccolo allarme per le batterie made in Ue: “L’impianto a Heide potrebbe subire dei ritardi”, sono state le sue parole, affidate al quotidiano Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung. Lo scenario peggiore parla però di cancellazione del piano. Anzi, di trasloco Oltreoceano.

Volvo e Northvolt insieme per un centro di ricerca sulle batterie

Colpa dei prezzi dell’elettricità, che “mettono a rischio la competitività dei progetti ad alta intensità energetica in Germania”. Ma non solo. A incidere sulla scelta dei dirigenti sono anche gli incentivi Usa previsti dall’Inflation Reduction Act.

“Vogliamo continuare a essere leader di mercato in Europa, ma siamo al punto di valutare l’espansione degli States”. Un po’ come ha appena fatto Panasonic. Alla fine, comunque, Carlsson ha provato a rassicurare: “La decisione non è ancora stata presa. Rispettare l’accordo resta la priorità di tutti”. La palla passa ora alla politica Ue, chiamata a trovare una soluzione all’inflazione e al protezionismo di Washington.