Quanto inquina davvero un’auto? Sarebbe facile dirlo se ci si limitasse a calcolare le emissioni di CO2 relative all’uso quotidiano. Ma l’impatto ambientale “vero” risulta dalla somma di più fattori. La produzione dell’auto stessa, ad esempio, come quella legata al suo smaltimento una volta arrivata a fine vita. In una parola, si deve tenere conto del Life Cycle Assessment per capire quanto un’auto sia green.
Un calcolo complesso che si può effettuare con uno strumento online presentato oggi da Green NCAP, ente indipendente che si occupa proprio di giudicare quanto una vettura sia rispettosa o meno dell’ambiente in base alla sua alimentazione e a una serie di altri fattori. Non è il solo strumento di questo tipo, di seguito trovate tutti i dettagli.
Le variabili in gioco
Il metodo di valutazione proposto da Green NCAP offre una stima dell’impatto complessivo di un veicolo nell’intero ciclo di vita e valuta le emissioni di CO2 e la domanda di energia di un veicolo dall’inizio alla fine. From cradle to cradle, per dirla all’inglese, che tradotto significa “dalla culla alla culla”.
Lo strumento presentato da Green NCAP permette di modificare determinati parametri in base alle esigenze personali. Così, si può inserire il chilometraggio annuale, il mix di energia rinnovabile presente nel Paese dove l’auto viene utilizzata e così via.

Riguardo a questo fattore, si può prendere ad esempio una Tesla Model 3 Long Range e vedere come cambia l’impatto ambientale se l’auto è usata in Italia o in Francia, dove il mix energetico è più conveniente. Nel primo caso, nell’intero ciclo di vita (considerato di 16 anni, con chilometraggio annuo di 15.000 km), in Italia le emissioni complessive di CO2 arrivano a 26,2 tonnellate, in Francia si fermano a 17,5 tonnellate.
L’esempio concreto
La piattaforma attinge i dati da un ampio database che contempla ben 30.000 modelli e permette di confrontare facilmente quanto pesino realmente sull’ambiente. Ad esempio, una tipica auto a benzina appartenente al segmento delle compatte, durante il suo ciclo di vita utilizza circa 190 MWh di energia e produce circa 50 tonnellate di CO2. Un’auto elettrica di dimensioni simili consente un notevole risparmio nella fase di uso e anche nel Life Cycle Assessment strappa risultati migliori, ma ha comunque un impatto sull’ambiente tutt’altro che trascurabile legato al mix elettrico utilizzato.

Vediamo un caso reale confrontando un’auto a benzina e un’elettrica: prendiamo due tra i modelli più di successo in Europa, la Volkswagen Golf 1.5 TSI e la ID.3 Pro. Consideriamo che si usino entrambe in Italia e che si percorrano in media 15.000 km all’anno.
Nella fase di produzione la Golf, che non necessita di batteria di trazione, inquinerà meno: 7,25 tonnellate di CO2 contro le 13,37 della ID.3. Durante gli anni di utilizzo, però, la ID.3 recupera terreno e dopo 4 anni raggiunge la parità con la ”sorella termica”. Da lì in avanti è la ID.3 a risultare meno inquinante.

Considerando l’intero ciclo di vita, la Golf arriva a 196 g/km di CO2 emessi di media, la VW ID.3 a 110 g/km potendo contare su costi di manutenzione leggermente più bassi e su un miglior recupero di materiali al momento dello smaltimento.
A livello di consumo energetico, la Golf arriva a un valore complessivo di 183,2 MWh, la ID.3 si ferma a 140,4 MWh.
C'è anche la piattaforma Unem
Lo strumento proposto da Green NCAP non è l'unico disponibile per la valutazione dell'impatto ambientale di un'auto durante il ciclo di vita. Solo ieri l'Unione Energie per la Mobilità ha messo online uno strumento analogo.
La piattaforma digitale pubblicata da Unem, altrettanto interattiva, pone però l'accento su quanto siano veramente inquinanti auto alimentate con carburanti sintetici o bio e su come, considerando il Life Cycle Assessment di una vettura, il divario tra elettrico e termico possa in un certo senso assottigliarsi.