Redwood Materials chiude il programma pilota sul riciclo delle batterie dopo un anno dall’avvio della sperimentazione. E lo chiude con un successo. Nel senso che non è che alza bandiera bianca ma anzi, si prepara ad affrontare una fase successiva. 

L’azienda nata da un’idea dell’ex fondatore di Tesla JB Straubel, infatti, è riuscita a recuperare più del 95% dei materiali provenienti da batterie esauste ed è pronta a operare su scala maggiore. Ma torniamo ai risultati divulgati oggi. Tutto è iniziato a inizio 2022, quando la Redwood Materials ha iniziato a raccogliere accumulatori giunti a fine vita da Ford e Volvo per provare a riciclarli in modo efficace.

I numeri del progetto

L’azienda di Straubel, che ha sede in Nevada, poco distante dalla Gigafactory Tesla, oltre a lavorare con la Casa che ha contribuito a far nascere (e più precisamente con Panasonic, che la Gigafactory Nevada gestisce direttamente in partnership con Elon Musk), collabora anche con il gruppo Volkswagen e con Toyota e dal 2020 a oggi ha raccolto quasi 3 miliardi di dollari per espandere la propria attività.

 

Grazie al supporto delle varie Case, l'azienda ha raccolto 1.268 pacchi batteria provenienti da 19 diversi modelli elettrici o ibridi. Una bella sfida, visto che ognuno di essi aveva caratteristiche tecniche e costruttive diverse. Cambiavano anche la forma delle celle e la chimica, con l’82% agli ioni di litio e il 18% al nichel metallo idruro (provenienti dalle ibride Toyota). In totale, le batterie raccolte avevano un peso di oltre 225.000 kg e sono state riciclate al 95%.   

  • Batterie raccolte in 12 mesi: 1.268
  • Peso complessivo: oltre 225 tonnellate
  • Tipi di batterie raccolti: 19
  • Chimica agli ioni di litio: 82%
  • Chimica al nichel metallo idruro: 18%
  • Materiali recuperati (nichel, rame, litio e altri): >95%
  • Scarti: <5%

Non solo batterie per auto

Con il passare del tempo la Redwood Materials sta crescendo e, con l’espansione, sta anche diversificando la propria attività. Lo fa principalmente su due fronti. Quello del riciclo delle batterie, provando a recuperare materie prime preziose anche da accumulatori che provengono da dispositivi elettronici oltre che dalle auto, e anche dei pannelli fotovoltaici. Quello della produzione del materiale catodico, partendo proprio dai materiali recuperati.