Il mare può essere una fonte di energia elettrica rinnovabile? La risposta è "sì". Esistono infatti diversi posti alimentati dalle maree e dal moto ondoso, attraverso degli speciali generatori posizionati sui fondali degli oceani.
Questa tecnologia sta per approdare anche nell'Arcipelago della Filippine, dove un'isola molto remota nel corso dei prossimi anni dovrebbe abbandonare del tutto i generatori a gasolio in luogo di idrogeneratori sottomarini. Scopriamo i dettagli del progetto.
Un'isola davvero remota
Le Filippine sono un territorio ricco di isole, molte delle quali situate in luoghi lontani dalla terraferma e difficilmente accessibili. Tra queste c'è l'Isola di Capul, nella provincia di Samar settentrionale, un luogo molto remoto dove le connessioni con la terraferma sono praticamente impossibili via cavo, anche a causa delle correnti.
Una situazione, quest'ultima, che nel corso del tempo ha portato l'amministrazione del luogo a installare dei potenti generatori a gasolio, fondamentali per mantenere un approvvigionamento di energia elettrica costante e sicuro alla popolazione.
Per passare a una fonte energetica più sostenibile, gli ingegneri di Energies PH, l'azienda nazionale di energia elettrica, hanno studiato un modo di ricavare elettricità davvero insolito. L'isola in questione, infatti, è situata lungo lo Stretto di San Bernardino, un passaggio ben noto per la forza delle sue correnti marine.
Proprio per questo i tecnici hanno scelto di affidarsi a un'azienda britannica, HydroWing parte di Inyaga Marine Energy Group, per l'installazione di alcune grandi turbine a flusso mareale che, una volta completate, saranno collegate alla rete elettrica di Capul, rimpiazzando la centrale diesel da 750 kW.
In totale la nuova centrale sostenibile dovrebbe generare circa 1.000 kW, cioè 1 MW di potenza e, successivamente, sarà collegata a una nuova rete di stoccaggio d'energia in grandi accumulatori.
E in Italia?
Guardando la tecnologia che entro il 2025 sarà installata nelle acque intorno all'Isola di Capul, è logico pensare in quali zone di Italia potrebbe essere adottata, rimpiazzando magari l'eolico off-shore, tanto criticato in alcune Regioni dai cittadini stessi.
Un primo esempio di applicazione potrebbe essere nelle Bocche di Bonifacio, un'area dall'elevata ventosità, di separazione tra la Sardegna e la Corsica e storicamente soggetta a fortissime correnti. Proprio la stessa area in cui, da anni, le amministrazioni locali bloccano l'installazione dei grandi parchi eolici (anche galleggianti) per questioni paesaggistiche.
Ma non solo, altre zone ideali, per esempio, potrebbero essere anche il Mar Adriatico e la stessa Laguna di Venezia, un altro luogo in cui le correnti sono storicamente molto forti, sia in entrata che in uscita.