Il Sud deve correre se vuole salire sul treno italiano delle rinnovabili: un convoglio che sta accelerando. No, il riferimento all'ambito ferroviario non è casuale e, come dicono i numeri, per fare passi avanti nella mobilità, sono necessari prima di tutto grandi investimenti infrastrutturali, principalmente per rendere costante e sicura la disponibilità energetica.

Da questo punto di vista, l'eolico e il solare possono giocare un ruolo fondamentale per il Sud. Per sfruttare appieno queste fonti, però, c'è bisogno di un collegamento costante e veloce con il resto d'Italia, soprattutto per non rischiare di sprecarle nei momenti di minor richiesta.

Uno dei più importanti si chiama Tyrrhenian Link, cioè Collegamento Tirrenico, ovvero un enorme, doppio cavo sottomarino che Terna sta progettando e iniziando a costruire, con l'obiettivo di unire Sardegna, Sicilia e Campania. Ecco cos'è e perché è davvero importante.

Il progetto

Il Tyrrhenian Link di Terna, a livello strutturale, è un doppio cavo sottomarino della lunghezza di 970 km, con una capacità di trasporto in corrente continua di 1.000 MW di energia elettrica e dal costo complessivo di oltre 21 miliardi di euro.

I luoghi di arrivo e partenza di questa ambiziosa nuova infrastruttura sono tre, nei quali sorgeranno a loro volta altrettante stazioni di ricezione della corrente continua e di conversione in alternata. Scendendo ancor più nei dettagli e partendo da est, in Campania la prima struttura sarà edificata a Torre Tuscia Magazzeno, in provincia di Battipaglia, e sarà collegata alla "fine" del cavo sottomarino con una conduttura superficiale di 15 km già esistente.

In Sicilia, invece, una struttura analoga sorgerà a Fiumetorto, vicino l'importante porto commerciale di Termini Imerese. Anche qui la stessa centrale sarà necessaria per la conversione della corrente in alternata, oppure per il suo rinvio da una delle due parti. Infine, in Sardegna, la terza struttura sorgerà a Terra Mala, un'area industriale nell'entroterra della provincia di Cagliari.

Una volta completato (entro il 2028), il progetto sarà uno dei più vasti al mondo, nonché quello situato alle profondità maggiori, stabilendo di fatto un nuovo record. Chi conosce bene il Mar Tirreno, infatti, sa che si tratta di uno dei bacini più profondi del Mediterraneo. Il cavo di Terna scenderà fino a oltre 2.500 metri di profondità e sarà posizionato interamente sotto al fondale, con un'innovativa modalità perforativa orizzontale.

Per posare i cavi sul fondo marino, l'azienda si avvarrà del supporto di alcune importanti multinazionali specializzate nella stesura di cavi sui fondali oceanici. Una sarà la francese Nexans, che per l'occasione metterà a disposizione la nuova nave Nexans Aurora.

La Nexans Aurora, la nuova nave posacavi che si occuperà di installare il doppio cavo

Per le rinnovabili

Gli obiettivi di questo ambizioso progetto sono molteplici. Il primo è sicuramente, come anticipato, quello di aiutare la stabilizzazione energetica delle Isole, che da troppi anni sono ormai colpite da ricorrenti blackout, soprattutto nei momenti di maggiore affluenza turistica o di estremo maltempo.

In secondo luogo, il progetto è molto importante per permettere lo sviluppo dell'eolico in Sardegna e del solare in Sicilia. Per entrambe esistono già sulla carta dei progetti di grandi dimensioni da attuare, che però necessitano di questo collegamento, in corrente continua costante con il resto della Penisola, per essere efficienti al 100%.

Questo perché la previsione è di produrre quantitativi energetici importanti grazie a questi impianti, che certamente non saranno sfruttati interamente nelle due Regioni, ma dovranno anche essere redistribuiti su tutto il territorio e a Nord, dove al momento c'è una maggior richiesta per la presenza di fabbriche e industrie.

Per fare un esempio e scendere ancora più nel dettaglio, poche settimane fa Engie, multinazionale francese attiva nel settore energetico, ha annunciato l'intenzione di costruire due nuovi parchi eolici off-shore sulle Isole maggiori, per un totale di capacità installata di 60 MW entro la fine del 2023. I due impianti saranno composti da cinque torri ciascuno e posizionati nelle aree ventose di Porto Torres e Rampingallo. Insieme, produrranno ogni anno, si stima, 145 GWh di energia elettrica.

Ma il progetto francese non è il solo per le nostre due Isole maggiori, perché entrambe con alcune delibere regionali hanno ufficialmente dato il via all'implementazione delle rinnovabili sul territorio. A gennaio, per esempio, la Sardegna ha presentato il piano "Rivoluzione verde e transizione ecologica", per invogliare diverse multinazionali globali a installare proprio nelle aree dismesse del territorio alcuni elettrolizzatori per produrre idrogeno verde - ciascuno dalla capacità compresa tra 1 e 5 MW.

Foto - Fonti di energia rinnovabile (eolico e solare)

Fonti di energia rinnovabile, eolico

Come può aiutare la mobilità

Ma venendo al dunque, perché l'importante progetto del Tyrrhenian Link di Terna ha un ruolo chiave per quanto riguarda la mobilità del Sud Italia? Ancora una volta si tratta di una questione di punti di ricarica.

Analizzando, infatti, il report colonnine in autostrada di InsideEVs pubblicato ad agosto 2022, oggi la rete HPC del Sud arriva al massimo in Calabria, in alcune località vicine all'A2, ma ben prima dello Stretto di Messina. 

Una situazione chiaramente non rosea, che però, grazie a questo progetto, potrebbe migliorare considerevolmente nei prossimi anni, soprattutto con la messa a disposizione di quantitativi energetici maggiori. In poche parole, le rinnovabili e la stabilizzazione dell'elettricità potrebbero permettere l'installazione di nuovi punti di ricarica anche - per esempio - sulle autostrade sicule o sulle strade statali ad alto scorrimento sarde.

Attenzione, però, a non fare l'errore di pensare che tutto questo sarà utile solo a fini turistici. Per concludere, infatti, vale la pena ricordare che sia la Sardegna che la Sicilia sono due regioni molto attive dal punto di vista della logistica su gomma, con aziende nazionali e internazionali di grandi dimensioni che hanno le loro sedi proprio nelle provincie più grandi.

Con un'ideale elettrificazione "veloce" della rete stradale sarda, l'isola potrebbe finalmente diventare un vero e proprio hub di passaggio dei traffici merci da sud a nord, grazie anche al trasporto multimodale garantito dalle navi con il progetto delle Autostrade del Mare e dei corridoi europei TEN-T.

La nostra mappa delle colonnine attuali in autostrada